Lo scontro tra La Russa e Fini alla Camera

Ieri(30 marzo) è stata una giornata politica ricca di eventi. Mentre Berlusconi è andato a Lampedusa per la campagna elettorale, alla Camera la maggioranza ha fatto di tutto per far passare subito il testo sul processo breve. Alla fine la seduta è stata sospesa per colpa di Ignazio La Russa.

Il ministro della Difesa ha “sfidato” un centinaio di persone(tra cui quello del “Popolo Viola”) che manifestavano contro il processo breve all’esterno della Camera. Una volta rientrato in aula, La Russa ha chiesto la parola per informare i parlamentari di un fatto grave. Il ministro ha detto “Sono stato avvisato da componenti del governo, tra cui la Santanché che mi hanno detto che era diventato non solo impossibile, ma pericoloso, uscire dal Parlamento. Sono andato a verificare e ho visto che a due metri dal portone d’ingresso di Montecitorio c’era uno schieramento di qualche centinaio di persone appositamente convenute con intento offensivo, intimidatorio e violento”.

L’intervento del ministro viene duramente contestato dall’opposizione. Il capogruppo del PD, Dario Franceschini, dice “Noi siamo contro ogni tipo di intimidazione. Le agenzie riportano questo titolo ‘Contestato il ministro La Russa’. Ora, io vorrei sapere per quale motivo uno delle migliaia di manifestazioni che avvengono normalmente davanti alla Camera, anziché svolgersi come sempre avviene da anni dietro le transenne. Sono stati fatti stranamente arrivare fino all’ingresso di Montecitorio. Vorrei capire chi ha disposto questo. Vorrei capire come altrettanto casualmente il ministro della Difesa non abbia mancato di uscire dal portone principale per essere vittima di una enorme aggressione”.

A questo punto La Russa fa un vero e proprio show. Il ministro applaude Franceshini in modo provocatorio e replica agli inviti alla moderazione di Gianfranco Fini. La Russa gli ha fatto segno con la mano di stare zitto, avvicinando il dito al naso, e mandandolo platealmente a quel paese. A quel punto Fini sospende la seduta. Guardare per credere.