Lavoro: Nel 2010 tre morti al giorno per incidenti

Il lavoro uccideOggi(9 ottobre), è la la 61esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Giorgio Napolitano ha inviato un telegramma al presidente dell’Anmil Franco Bettoni.

Il presidente della Repubblica ha scritto “Infortuni e morti sul lavoro sono un fenomeno sempre inaccettabile e quindi non si può abbassare la guardia riducendo gli investimenti”. Napolitano ha aggiunto “La riduzione degli incidenti nel 2010 non è un traguardo ma una tappa del percorso volto ad assicurare la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori”.

Secondo l’Anmil il dato relativo al calo degli infortuni va letto con molta cautela. Il motivo? Negli ultimi anni c’è stato un calo dell’occupazione. Inoltre, il calo degli incidenti potrebbe non rispondere alla realtà perché resta il problema del lavoro nero e dei casi in cui le denunce non vengono fatte. L’Anmil scrive “Fa riflettere il dato sul lavoro irregolare che secondo l'Istat ha interessato nel 2010 il 10% degli occupati rimasti nascosti nell’ombra del lavoro nero da cui non trapelano denunce né notizie”.

Bettoni ha reso noto che ogni giorno tre persone muoiono sul posto di lavoro. Il presidente dell’Anmil ha aggiunto “A fine settembre l’Inail aveva pubblicato i dati relativi ai primi 6 mesi del 2011, dai quali risultava una riduzione degli incidenti sul lavoro del 4%. Nel 2010 gli incidenti sono stati 775.374, 980 mortali. Aumentate del 22% le denunce di malattie professionali. Gli infortuni costano in termini di indennizzi 5 miliardi di euro l’anno”.

Sulla questione sicurezza dei lavoratori è intervenuto anche Maurizio Sacconi. Il ministro del Lavoro ha dichiarato “Bisogna mantenere alta la guardia. Il calo del numero degli infortuni sul lavoro, che non ha inciso sulla media di tre morti al giorno nel 2010, non ci accontenta”. Sacconi ha aggiunto che bisogna alzare il livello delle ispezioni del Ministero e della Guardia di Finanza per arginare il “fenomeno” del lavoro nero.

Vi confesso che le parole del ministro mi fanno uno strano effetto. Sacconi non può fare il “santarello”. Il suo appoggio incondizionato alla “politica” di Sergio Marchionne porterà ad un nuovo aumento degli incidenti sul lavoro. Il programma dell’amministratore delegato della Fiat prevede meno diritti per i lavoratori e soprattutto turni massacranti. Una persona stanca può avere più facilmente delle distrazioni e quindi è più soggetta a incidenti. Meditate gente.

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