L’ABC sforna un papocchio di legge elettorale

Riforma elettoraleIeri(27 marzo), c’è stato l’ennesimo vertice dell’ABC. Per chi non lo sapesse, questo termine serve per indicare il trio delle “meraviglie” Alfano-Bersani-Casini. Alla riunione hanno partecipato anche Ignazio La Russa(PDL), Gaetano Quagliariello(PDL), Luciano Violante(PD), Ferdinando Adornato(UDC) e Italo Bocchino(FLI).

L’ABC ha trovato l’intesa sulle riforme costituzionali e della legge elettorale. L’accordo sulla revisione della Costituzione prevede la riduzione del numero dei parlamentari, la revisione dell’età per l’elettorato, maggiori poteri al premier. Nello specifico, i deputati dovrebbero passare da 630 a 500, mentre i senatori da 316 a 250. Per quanto riguarda la legge elettorale, l’intesa prevede la restituzione agli elettori di scegliere i parlamentari(nei collegi, senza un ritorno alle preferenze) con l’indicazione del candidato premier, un sistema non più fondato sull’obbligo di coalizione, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna.

Questo significa che gli elettori voteranno un partito senza conoscere il programma e le alleanze. Tradotto, potreste votare PD e ritrovarvi il partito in coalizione con la Lega Nord dopo le elezioni. Un papocchio mostruoso. Lo sbarramento(5%?) serve per non fare entrare in Parlamento liste civiche(tipo M5S) e altri partiti scomodi(tipo Rifondazione e Forza Nuova). Gli italiani mica sono fessi. Sono certo che non voteranno i partiti(tipo PDL e PD) che hanno portato l’Italia ad un passo dal baratro.

Antonio Di Pietro(IDV) ha dichiarato “La legge elettorale che vogliono proporre passa dall’attuale porcata alla vaccata. Perché il cittadino non deve conoscere prima del voto il programma, le alleanze e quale governo ci sarà? In uno Stato di diritto si deve discutere della legge elettorale all’interno del Parlamento, non nelle Sagrestie dei partiti. Una decisione del genere non può esser presa nell’interesse delle singole forze politiche. Invece PD, PDL e UDC hanno fatto questa scelta perché non son certi di vincere le elezioni, e vogliono una legge che permetta loro di decidere che accordi stringere”.

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