Salire sui cofani delle auto blu. La nuova moda dei centri sociali

Un gruppo di ragazzi dei centri sociali ha assalito l'auto di Matteo Salvini a Bologna. Giuseppe Cruciani ha intervistato uno dei responsabili. Guarda il video.

Ragazzo sale sul confano dell'auto di SalviniLo scorso 8 novembre Matteo Salvini è andato a Bologna per visitare un campo Rom. Non ci arriverà mai. Un gruppo di ragazzi dei centri sociali blocca la sua auto: l’autista accelera quasi investendoli e loro, seguendo la macchina, rompono i vetri del lunotto.

Premetto che di Salvini non me ne frega un tubo e non mi interessa nemmeno che il leader della Lega abbia cambiato il programma come scrive il “Corriere della Sera”. Scrivo questo articolo perché ieri(10 novembre) ho ascoltato l’intervista fatta da Giuseppe Cruciani ad uno dei tizi che ha assalito l’auto di Salvini. Lo stomaco mi è salito in gola. Loris, così si chiama il ragazzo del centro sociale, ha esordito dicendo che è saltato sul cofano dell’auto perché non si è fermato in tempo. Il tizio ha aggiunto: “E’ durato 10 secondi, dopodiché sono stato lì di fronte alla macchina a volto scoperto senza nulla in mano. Non sono saltato sul parabrezza, ma sul parafango”. Ma il bello deve ancora venire.

Per giustificare la goliardata, Loris afferma che “quella non era la macchina di un comune cittadino, ma un auto blu pagata con i soldi di tutti quanti noi”. Una domanda sorge spontanea: basta che sia un auto blu per salire sul cofano? Buono a sapersi. Così mi divertirò sulle sette auto blu del premier Renzi. Ma torniamo al tipo del centro sociale. Cruciani ha chiesto: “L’auto di Salvini è stata sfasciata. Perché?”. Loris ha risposto: “E’ stata una reazione, anche nella giurisprudenza c’è una suddivisione. Il vero violento è Salvini”. Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo. Ma chi frequenta i centri sociali? Alcuni sono “sfigati” che vestono male e hanno “bisticciato” con il rasoio elettrico, mentre altri sono dei figli di papà che non hanno un cazzo da fare e frequentano i centri sociali per svago.

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