Corte UE: USA no garante dati personali

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha dichiarato non valido il "Safe Harbor", ossia l'accordo che negli ultimi 15 anni ha regolato lo scambio di dati tra USA e UE.

Safe HarborPer la Corte UE, i Paesi dell’Unione Europea possono vietare il trasferimento dei dati degli iscritti europei a Facebook verso server degli Stati Uniti. La Corte di giustizia europea ha dichiarato invalida il “Safe Harbor”, ossia l’accordo che dal 2000 ha regolato lo scambio di dati tra USA e UE. I giudici europei lo hanno stabilito valutando una causa promossa dal cittadino austriaco Max Schrems dopo il Datagate.

Tutto inizia nel 2013, quando Schrem presenta un’azione legale contro Facebook Irlanda all’autorità nazionale irlandese per violazione della privacy. Il garante irlandese, potenzialmente al centro di altre sollevazioni analoghe in quanto punto di riferimento di gran parte delle multinazionali statunitensi dell’IT che hanno sede in Europa, si era dichiarato impossibilitato a procedere, in virtù della decisione della Commissione che riconosceva gli accordi Safe Harbor. Allora Schrems ha portato il caso davanti a una corte irlandese. Da qui si è arrivati alla Corte europea di giustizia. E alla decisione di oggi. Che dà ragione a Schrems e sconfessa sia il garante irlandese che la Commissione europea. Cosa succede ora in concreto? Uno degli effetti della decisione della Corte è dare più potere alle autorità nazionali per la protezione della privacy. Da domani chiunque potrà presentare delle segnalazioni come quelle di Schrems e chiedere alle autorità se il trasferimento dei propri dati da parte di un’azienda americana su suolo americano garantisca i propri diritti. Giganti tech come Facebook e Google potrebbero dover seguire le regole, più restrittive, stabilite dai singoli Stati membri dell’UE.

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