Gli assassini di Stato

Il 28 novembre, sei giorni dopo il decreto salva-banche del governo Renzi, un pensionato si è tolto la vita per aver perso tutti i suoi risparmi.

Maria Elena Boschi e Matteo RenziCon il decreto salva-banche del governo Renzi un pensionato ha perso i risparmi di una vita, investiti nella Banca Popolare dell’Etruria e Lazio. L’uomo, un 68enne di Civitavecchia, si è suicidato impiccandosi il 28 novembre scorso. Lo rendono noto Adusbef e Federconsumatori che chiedono di “aprire un’indagine per istigazione al suicidio”.

Secondo “Etruria News”, il pensionato, un ex dipendente dell’Enel, ha lasciato una lettera di accuse alla banca Etruria che avrebbe azzerato i suoi risparmi: 110 mila euro, suddivisi tra obbligazioni, un lingotto d’oro e contanti. La lettera, secondo quanto riferisce Paolo Gianlorenzo, direttore della testata online, è stata trovata dagli inquirenti nel PC dell’anziano. La banca è tra le 4 in crisi inserite nel “bail in”(pagano i correntisti con oltre 100 mila euro). Ora si dovrà verificare se il decreto sia compatibile con le norme penali e con la Costituzione che all’art. 47 tutela il risparmio. “Speriamo che questo faccia riflettere un po’ tutti quanti noi a non misurare la vita e il progresso della civiltà soltanto con il PIL o le percentuali dei soldi”. Questo è quello che ha detto il segretario della Cei, monsignor Galantin, sul suicidio del povero pensionato. Sulla questione è intervenuto anche Matteo Renzi. Il premier gelataio ha dichiarato: “Per le attuali regole europee è impossibile salvare azionisti e obbligazionisti subordinati. Il governo ha fatto un decreto che ha salvato migliaia di posti di lavoro e tutti i conti correnti”. Una domanda sorge spontanea: perché si possono salvare le banche e non le persone?

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