Goletta Verde: Un punto inquinato ogni 54 km di costa

Su 265 campioni di acqua analizzati, il 52% è risultato con cariche batteriche elevate. Circa 25% della popolazione italiana ancora non coperta da depurazione.

MondragonePresentati oggi(12 agosto) a Roma i risultati conclusivi di Goletta Verde 2016. Su 265 campioni di acqua analizzati dal laboratorio mobile di Goletta Verde, il 52% è risultato con cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa. Si tratta di un punto inquinato ogni 54 km di costa.

L’88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti. Si distingue positivamente la Sardegna, con poche criticità riscontrate solo in corrispondenza di foci di corsi d’acqua o canali. Buona anche la performance della Puglia, in cui si è registrato un miglioramento rispetto allo scorso anno. Mentre in alto Adriatico la situazione migliore si registra in Veneto. Le situazioni più critiche si trovano, invece, in Calabria, interessata nelle ultime settimane anche da diverse proteste da parte delle comunità locali per “mare sporco”, da divieti di balneazione e da interventi delle forze dell’ordine per irregolarità nel servizio di depurazione, nelle Marche e in Abruzzo, regioni penalizzate anche dall’elevato numero di corsi d’acqua, canali e fossi che sfociano in mare. In Campania su 31 punti monitorati 20 sono risultati oltre i limiti.

Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo. Inoltre, i cittadini sono scarsamente informati: pochi sono i cartelli di divieto di balneazione e quelli informativi sulla qualità delle acque. Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione. Il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti, ha dichiarato: “Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione. Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, il nostro Paese dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento”. Le Regioni con più della metà degli agglomerati interessati dalle procedure europee sono la Campania con l’81% degli agglomerati a livello regionale condannati o interessati in procedure d’infrazione, la Sicilia, con il 73% e la Calabria con il 62%.

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