Chi sono i responsabili del suicidio di Tiziana Cantone?

Sono ancora in una fase embrionale le indagini sul suicidio di Tiziana Cantone. Chi sono i responsabili? Nel 2015 il video della ragazza era diventato un tormentone del web.

Il titolo scandaloso de "Il Mattino" su Tiziana CantoneTiziana Cantone, 31 anni, si è suicidata, impiccandosi con un foulard, nella cantina di casa. Per chi non lo sapesse, la ragazza era diventata “nota” nel maggio 2015 per un video hot diventato virale sui social. “Magliette, video parodia e pagine facebook dedicate: lei Tiziana Cantone, il nuovo idolo del web. ‘Stai facendo il video? Bravo’. Questa la frase cult di tutta la storia”. Inizia così l’articolo di Elisa D’Ospina pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” il 22 maggio 2015.

Tiziana è diventata un vero e proprio fenomeno mediatico e un “prodotto” per il clickbait. Non solo “Il Fatto Quotidiano”, altri giornali hanno lucrato sul “caso” della ragazza napoletana. Tiziana voleva solo fare un dispetto al fidanzato, peccato che abbia scelto l’uomo sbagliato per consumare la sua vendetta. E’ stato l’amante, infatti, a mettere in rete il video che ha cambiato la vita di Tiziana. Quando il video divenne virale la ragazza cominciò a ricevere sfottò e allusioni, a essere riconosciuta per strada e dovette anche lasciare il lavoro, cadendo in depressione e pensando al suicidio. Tiziana ha dovuto cambiare identità e si era trasferita in un’altra città. La sua vicenda era comunque finita nell’oblio fino alla settimana scorsa. Cosa è successo? I giornali sono tornati a parlare di Tiziana Cantone con articoli allusivi(vedi foto).

Cinque giorni fa, il giudice del tribunale di Aversa, Monica Marrazzo, ha riconosciuto la lesione del diritto alla privacy di Tiziana Cantone, contestando ai vari social forum di non aver rimosso all’istante i video lesivi della sua reputazione. Il legale della Cantone ha citato in giudizio non solo chi ha postato i video, sui quali ora sono in corso le indagini preliminari ma anche lo stesso Facebook Ireland, Yahoo Italia, Google e Youtube, sostenendo che fosse applicato il diritto all’oblio. Oggi(14 settembre) si scopre che la ragazza napoletana era stata condannata al pagamento di 4.000 euro di spese giudiziarie perché giudicata consenziente. Sarebbe stato questo, secondo la madre, il motivo scatenante del suicidio della 31enne. La Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di istigazione al suicidio nei confronti di Tiziana. Chi sono i responsabili? Il “caso” della Cantone ci dovrebbe far riflettere sull’uso sbagliato del web e sullo sciacallaggio mediatico attuato da alcuni giornali per attirare visite sul proprio sito.

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