Italicum: Consulta boccia ballottaggio e pluricandidature

La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla nuova legge elettorale Italicum. Restano le pluricandidature, ma la scelta finale del candidato eletto in più di un collegio sarà affidata a un sorteggio.

Consulta boccia ballottaggio e pluricandidatureDopo tanta attesa è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale sulla legittima della legge elettorale Italicum sollevate in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste. Sono stati dichiarati illegittimi il ballottaggio e le pluricandidature.

La Consulta ha invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti. Dichiarate inammissibili o non fondate tutte le altre questioni. Resta il capolista bloccato ma non potrà optare per il collegio in caso di plurielezione. Le pluricandidature rimangono ma restano ancorate al sorteggio. In una nota la Corte scrive: “All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione”. Cosa significa? Si potrebbe votare subito con quello che resta dell’Italicum. Con una legge elettorale che, di fatto, diviene un sistema proporzionale con un premio di maggioranza difficile da raggiungere. Le motivazioni complete della sentenza arriveranno a metà febbraio. E conterranno certamente anche importanti indicazioni al legislatore.

Resta il nodo Senato

Il Senato(proporzionale) vota con la preferenza unica non di genere(prevista dalla sentenza 1/2014 della Corte ma non ancora tradotta in norma) e con soglie diverse: 8% per i partiti che corrono da soli, 3% per quelli coalizzati che uniti superano il 20%. Queste asimmetrie dovranno essere corrette dal Parlamento che da oggi(25 gennaio) inizia un “duro” lavoro per ritardare il più possibile la riforma per rendere le due leggi elettorali più o meno omogenee. Il motivo? Molti parlamentari matureranno il diritto al vitalizio solo a settembre 2017. Mettiamoci l’anima in pace, si tornerà alle urne nel 2018. Giusto il tempo per far risorgere Matteo Renzi.

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