Unimpresa: Prestiti alle imprese crollati di 77,6 miliardi

Gli impieghi alle imprese crollati da 869 miliardi a 791 miliardi, mentre la liquidità della BCE agli istituti italiani è cresciuta di 123 miliardi.

Prestiti alle imprese crollati di 77,6 miliardiNegli ultimi 8 anni i finanziamenti bancari alle imprese sono crollati di 77,6 miliardi di euro, con crediti deteriorati(prestiti non rimborsati regolarmente) cresciuti di 243,4 miliardi. E’ quello che emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa. Lo stock di impieghi alle imprese è sceso da 869,4 miliardi a 791,8 miliardi(-8,93%), mentre i crediti deteriorati degli istituti sono saliti da 87,1 miliardi a 330,5 miliardi(+279,4%).

La parte più a rischio, ovvero le sofferenze, è passata dai 41,3 miliardi del 2008 ai 197,9 miliardi del 2016 con una variazione, in otto anni, di 156,6 miliardi(+379,18%). Le banche hanno avuto 123,6 miliardi in più di liquidità dalla Banca Centrale Europea e hanno aumentato gli acquisti di titoli di Stato di 240 miliardi di euro. Le masse finanziare prelevate dagli istituti italiani dalla BCE sono salite da 50,3 miliardi a 173,9 miliardi(+245,73%). Una quantità di denaro che ha incrementato gli asset finanziari degli istituti: in otto anni il portafoglio delle banche è salito del 9,46%, pari a 343,8 miliardi(da 3.634,6 mld nel 2008 a 3.978,4 mld nel 2016). Il denaro non è confluito alla cosiddetta economia reale.

Sono infatti aumentati gli acquisti, da parte delle banche italiane, di obbligazioni emesse dal Tesoro: lo stock di Bot e Btp si attestava a 174,9 miliardi nel 2008, mentre nel 2016 è salita a 415,2 miliardi. L’incremento in otto anni è di 240,3 miliardi(+137,39%). Dal 2008 al 2016 si è registrata una diminuzione di 164 banche(-20,35%) e di 4.628 sportelli(-13,65%). Gli istituti bancari erano 799 nel 2008 e, dopo fusioni e concentrazioni varie, sono diventati 635 nel 2106. Gli sportelli erano 34.139 nel 2008 e 29.511 nel 2016. Claudio Pucci, vicepresidente di Unimpresa, ha dichiarato: “Le operazioni di politica monetaria, dunque, non hanno consentito al motore del credito di ripartire regolarmente e il malfunzionamento è segnalato sia dall’ammontare di Bot e Btp comprati dalle banche sia dall’andamento dei crediti deteriorati e delle sofferenze”.

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