Coldiretti: Perso un quarto coltivazioni in 25 anni

L’ultima generazione responsabile della perdita del 28% delle campagne italiane. Ecco quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell'Earth Day.

AgricolturaIn molte città del mondo si celebra la 46esima edizione dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. Molte le iniziative in difesa della ricerca scientifica. Coldiretti, invece, lancia un allarme sull’agricoltura italiana. Negli ultimi 25 anni l’Italia ha perso il 28% della terra coltivata a causa della cementificazione e dell’abbandono delle campagne provocati da un modello di sviluppo sbagliato.

Oggi sono coltivati 12,8 milioni di ettari. Solo una pianta da frutto su tre si è salvata negli ultimi 15 anni con la scomparsa di oltre 140 mila ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti, che rischiano di far perdere all’Italia il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea. Superfici coltivate vogliono dire, sottolinea la Coldiretti, produzioni alimentari di qualità, meno degrado e rischio idrogeologico. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. L’88,3% dei comuni italiani sono a rischio frane e alluvioni. Le regioni con il 100% dei Comuni a rischio idrogeologico sono sette: Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina sottolinea l’attivazione della Banca nazionale delle terre agricole, per valorizzare il patrimonio fondiario pubblico e incentivare il ritorno all’agricoltura. Basterà?

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