Tumore al cervello per troppo cellulare

Il Tribunale di Ivrea ha riconosciuto un nesso causale fra l'utilizzo errato del telefono e lo sviluppo di un tumore al cervello.

Donna al telefonoIl Tribunale di Ivrea ha condannato l’Inail a corrispondere un vitalizio per malattia professionale a un dipendente della Telecom al quale è stato diagnosticato un tumore al cervello. Aveva usato per 15 anni, per lavoro, il cellulare senza protezione per più di 3 ore al giorno.

L’esperto del Tribunale, professore Angelo Gino Levis, nella consulenza afferma: “Le emissioni dei cellulari dovrebbero essere classificate come sicuri cancerogeni”. Il dipendente che lavorava in Telecom si chiama Roberto Romeo e si era ammalato di neurinoma, un tumore benigno che interessa l’ottavo nervo cranico. Il giudice del lavoro ha riconosciuto a Romeo un danno biologico permanente del 23%, che sarà risarcito con un’indennità di circa 500 euro al mese per tutta la vita della vittima. “Per la prima volta una sentenza riconosce un nesso tra l’uso scorretto del cellulare e lo sviluppo di un tumore al cervello”. Lo annunciano gli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone, dello studio legale torinese Ambrosio e Commodo.

L’effetto cancerogeno delle onde elettromagnetiche del telefonino era già stato riconosciuto sin dal 2011 dall’International Agency for Research on Cancer(Iarc). Romeo ha dichiarato: “Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti e trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all’udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore. Ora non sento più nulla dall’orecchio destro perché mi è stato asportato il nervo acustico”. La vicenda dell’ex dipendente Telecom ricorda quella di Innocente Marcolini, dirigente d’azienda bresciano che solo dopo una lunga battaglia giudiziaria era riuscito a ottenere giustizia in Cassazione. Il Codacons commenta il provvedimento dei giudici chiedendo di inserire indicazioni e avvertenze sui cellulari circa i rischi per la salute umana, al pari di quanto avviene per le sigarette.

Commenti