Che fine ha fatto il progetto del villaggio Rom a Scampia?

Nel 2009 il Comune di Napoli aveva ottenuto 7 milioni di euro di fondi UE per realizzare un villaggio per i Rom a Scampia. Che fine hanno fatto quei soldi?

Campo Rom di ScampiaIl 27 agosto 2017 c’è stato un mega rogo al campo Rom di Scampia che ha distrutto alcune baracche e ha intossicato tutti i cittadini. L’incendio ha mandato in fumo lo sgombero previsto 15 giorni dopo. Una domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto i Rom? Alcuni continuano a vivere in una zona adiacente al rogo, mentre altri sono stati accolti presso l’Auditorium di Scampia a spese dei contribuenti.

Quest’ultima doveva essere un’occupazione temporanea in attesa della tendopoli nell’ex Caserma Boscariello, invece rischia di diventare un dormitorio definitivo. Il motivo? La Caserma Boscariello è rimasta deserta, nonostante sia il ministero della Difesa che il Demanio abbiano dato il via libera al trasferimento. Uno degli aspetti più gravi dell’incendio dello scorso 27 agosto è che la zona del campo Rom avrebbe dovuto essere bonificata e salvaguardata grazie ai fondi UE. Tutto inizia il 17 dicembre 2009, giorno in cui un progetto del Comune di Napoli è stato ammesso a finanziamento dalla giunta regionale con risorse POR-FESR 2007/13, per una cifra di 7.016.000 euro. C’erano ancora in carica il sindaco Rosa Russo Iervolino e il governatore Antonio Bassolino. Il progetto prevedeva un villaggio per i Rom formato da 78 unità abitativa quadrifamiliari, per un massimo di 450 persone su un’area di 19 mila metri quadrati. Nel 2011 Luigi De Magistris diventa sindaco di Napoli e tre anni dopo la sua amministrazione cambia il progetto in strutture transitorie socio-assistenziali monoetniche, per 409 persone in 75 alloggi sottodimensionati.

Il piano però viene bocciato dalla comunità Rom e dalle associazioni. Il motivo? Lascia fuori metà del campo, dà una sistemazione provvisoria e, nei fatti, crea un ghetto a base etnica, in violazione della normativa europea. La comunità Rom di Scampia(grazie all’appoggio delle associazioni) ha fatto ricorso alla UE, che ha chiesto spiegazioni al Comune di Napoli. “Il Mattino” scrive che nel 2015 l’amministrazione De Magistris ha trasmesso all’Autorità di gestione il progetto definitivo, che però è risultato carente. Il motivo? Mancava la variante al Piano regolatore, per la quale non risultavano acquisiti il parere del Genio civile e quella della Provincia di Napoli; mancava il completamento delle procedure di esproprio della parte di terreno non comunale; il cronoprogramma risultava incompleto; infine gli edifici destinati alle attività ludiche e all’assistenza non sarebbero stati realizzati, se non in una fase successiva. Il 10 agosto 2016 un decreto disimpegna le risorse stanziate e il progetto del villaggio per i Rom va in fumo. L’incompetenza dell’amministrazione comunale ha fatto svanire 7 milioni di euro.

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