Unimpresa: Stangata fiscale da 60 miliardi

Nei prossimi tre anni è prevista una stangata fiscale superiore ai 60 miliardi di euro. E' quello che emerge da un rapporto del centro studi di Unimpresa.

Stangata fiscale da 60 miliardiL’Italia riparte. Questo è il ritornello che leggiamo sui social degli esponenti del Partito Democratico. La propaganda renziana si scontra con la realtà dei fatti. Il 2018 si aprirà con l’aumento delle tariffe dell’energia e del gas. Ma non finisce qui. Nei prossimi 3 anni ci sarà una stangata fiscale di oltre 60 miliardi di euro. E’ quello che prevede il Centro studi di Unimpresa.

Trenta miliardi in più di tasse verranno dall’aggravio IVA, che farà salire il balzello sui consumi fino al 25% nel periodo 2019-2020. Il governo Gentiloni ha “disinnescato” la clausola di salvaguardia per il 2018 trasferendo il problema alla maggioranza che uscirà dalle elezioni del 4 marzo 2018. Entro la fine del 2018, infatti, il governo della nuova legislatura dovrà trovare le risorse necessarie per evitare l’aumento dell’IVA agevolata(dal 10% al 11,5%) e ordinaria(dal 22% al 25%). Vista la situazione dei conti pubblici italiani sarà molto difficile evitare questa ennesima mazzata per i consumatori prevista a partire dal primo gennaio 2019. Nel 2019-2020 l’aumento delle aliquote IVA comporterà complessivamente un aumento del gettito tributario superiore a 30 miliardi di euro. Secondo Unimpresa, altri soldi saranno prelevati grazie a una lunga lista di misure contenute nella Legge di Bilancio. Nella manovra sono contenute ben 27 voci, in qualche modo nascoste o comunque poco note, che portano complessivamente a far lievitare le entrate nelle casse dello Stato per complessivi 29,6 miliardi nel triennio 2018-2020. Claudio Pucci, vicepresidente di Unimpresa, ha dichiarato: “Ancora una volta i cittadini e le imprese si preparano ad aprire il portafogli per sostenere i conti pubblici: i contribuenti sono spremuti all’osso, ma la manovra va bocciata. La manovra ignora le esigenze delle famiglie, alle prese con enormi difficoltà soprattutto a causa dell’occupazione in calo e dei redditi in discesa”.

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