Cgia: Spesa italiani per attività illegali ammonta a 19 miliardi l’anno

La spesa degli italiani in attività illegali ammonta a 19 miliardi di euro all'anno. Lo sostiene la Cgia di Mestre. Dal settembre del 2014 il valore aggiunto “prodotto” dalle attività illecite è stato inserito nel calcolo del PIL.

Attività illegaliLa crisi non ha colpito l’economia illegale in Italia. La spesa degli italiani in attività illegali ammonta a 19 miliardi di euro l’anno, pari a 1,3 punti di PIL. Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. In particolare, 14,3 miliardi sono spesi per gli stupefacenti, 4 miliardi per la prostituzione e 600 milioni per le sigarette di contrabbando. Secondo l’ultimo dato disponibile(2015) il valore aggiunto dell’attività fuorilegge ha raggiunto i 17,1 miliardi, in aumento negli ultimi 4 anni di oltre il 4%.

Dal settembre del 2014 il valore aggiunto “prodotto” dalle attività illecite è stato addirittura inserito nel calcolo del PIL in molti paesi europei, tra cui l’Italia. L’elevata dimensione economica generata dalle attività controllate dalle organizzazioni criminali trova una conferma indiretta anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all’Unità di informazione finanziaria(Uif) della Banca d’Italia. Stiamo parlando di operazioni sospette “denunciate” a questa struttura di via Nazionale da parte di intermediari finanziari(per circa l’80% banche e uffici postali, ma anche liberi professionisti, società finanziarie o assicurazioni). La Cgia segnala che una volta ricevuti questi “avvisi”, la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni ritenute più a rischio e le trasmette, arricchite da una accurata analisi finanziaria, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza(NSPV) e alla Direzione Investigativa Antimafia(DIA). Solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia. Tra il 2009 e il 2016(ultimo dato annuale disponibile), le segnalazioni sono aumentate di quasi il 380%. Se nel 2009 erano poco più di 21 mila, nel 2016 hanno raggiunto la quota record di 101.065. A livello regionale la Lombardia(253,5), la Liguria(185,3) e la Campania(167) sono le realtà che nel 2016 hanno fatto pervenire il più elevato numero di segnalazioni(ogni 100 mila abitanti). Su base provinciale, infine, le situazioni più a rischio(oltre 200 segnalazioni ogni 100.000 abitanti) si registrano nelle province di confine di Como, Varese, Imperia e Verbano-Cusio-Ossola. Altrettanto critica la situazione a Rimini, Milano, Napoli e Prato.

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