Ministero della Salute dice no al riutilizzo dei sacchetti biodegradabili

No alla possibilità di riutilizzare i sacchetti per la spesa di frutta e verdura. È questa la posizione ufficiale del ministero della Salute.

Ministero della Salute dice no al riutilizzo dei sacchetti biodegradabiliNo alla possibilità di riutilizzare i sacchetti biodegradabili per la spesa di frutta e verdura perché sussiste un rischio di eventuali contaminazioni. Questa la posizione ufficiale del ministero della Salute, come spiega il segretario generale del dicastero, Giuseppe Ruocco. Tuttavia, il dicastero non è contrario al fatto che il cittadino possa portare i sacchetti da casa, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti. Ruocco ha aggiunto: “Il titolare dell’esercizio commerciale avrebbe la facoltà di controllare l’idoneità della busta”.

Sulla carta sembra facile, ma difficile da attuare nella realtà. Ogni supermercato dovrebbe avere un addetto che controlla i sacchetti dei clienti. Tutto questo casino è nato per colpa di una legge scritta male, che non prevede la possibilità di utilizzare sacchetti multiuso come avviene per esempio in Svizzera. In Italia, invece, il consumatore sarà costretto a comprare i sacchetti biodegradabili ogni volta che acquista frutta e verdura. Non mi sembra un passo avanti per la tutela dell’ambiente. Il sacchetto biodegradabile, infatti, sparisce in tempi brevi solamente nelle condizioni appropriate, come quelle degli impianti di compostaggio. Il Codacons ha presentato a 104 procure italiane un esposto sui sacchetti biodegradabili a pagamento. L’amministratrice delegata Novamont, Catia Bastioli, ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera” in cui fa capire che il sacchetto biodegradabile è un business. Il motivo? Novamont realizza il cosiddetto Mater-Bi, la materia prima con la quale i produttori, circa 150 aziende in tutta Italia, realizzano sacchetti biodegradabili ultraleggeri.

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