La spesa pubblica in Sanità continua a calare

La Sanità italiana compie 40 anni nel 2018. Non c'è nulla da festeggiare. Il rapporto tra la spesa sanitaria e PIL continua a calare. Il Servizio sanitario è al collasso nel Mezzogiorno. Nell'area metropolitana di Napoli si vive 8 anni in meno rispetto al resto d'Europa.

Sanità italianaIl Servizio sanitario nazionale è stato istituito nel 1978 da Tina Anselmi, all’epoca ministro della Sanità. Fu ideato con il compito non solo di curare la malattia, ma anche di prevenirla e di educare i cittadini alla salute. Nel 2018 la Sanità pubblica compie 40 anni, ma non c’è nulla da festeggiare. Per la prima volta in assoluto, l’Organizzazione mondiale della sanità(OMS) ha lanciato l’allarme sulla sostenibilità del modello italiano. Tutta colpa dei tagli costanti fatti dai governi negli ultimi dieci anni.

Stando ai dati pubblicati dal Consiglio dei ministri nel Documento di economia e finanza(DEF), nel 2018 il rapporto tra la spesa sanitaria e PIL scenderà a quota 6,5% E’ il valore più basso registrato negli ultimi 10 anni. Sotto questa soglia, non è più possibile garantire un’assistenza di qualità e neppure l’accesso alle cure, con una conseguente riduzione dell’aspettativa di vita. L’emergenza continuerà nel 2019, quando si scenderà al 6,4%, per poi sprofondare al 6,3% nel 2020. I tagli alla Sanità hanno portato questi risultati: meno 70 mila posti letto, meno 10 mila professionisti, meno 175 ospedali. Giovani medici precari, macchinari nell’83% dei casi obsoleti. Il 52% dei primari ha più di 55 anni, record europeo. Un segno tangibile dell’affanno del Sanità italiana sono le liste d’attesa fuori controllo. Qualche esempio? Tre mesi e mezzo per una visita oculistica a Milano, quasi quattro per una mammografia al La spesa pubblica in Sanità in rapporto al PILSud, dicono i numeri di Cittadinanza Attiva. Il risultato è che molti italiani spesso rinunciano alle analisi, alla prevenzione, alle terapie. Dice l’Istat che il 6,5% della popolazione ritarda o non si cura più.

Del problema Sanità si è occupato anche il programma “Presa Diretta”. Il Servizio sanitario nazionale è in crisi soprattutto al Sud. “Oggi nascere nel meridione d’Italia significa nascere nelle parti del continente europeo più derelitte, perché di fatto quelle regioni sono quelle che hanno gli indicatori di aspettativa di vita peggiori d'Europa”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Istituto superiore di sanità(ISS) Walter Ricciardi. Il divario è stato originato nel 2001 con il cambiamento del Titolo V della Costituzione che di fatto ha dato alle Regioni la quasi esclusiva potestà di organizzare e di gestire la Sanità. Ricciardi ha aggiunto: “Oggi una persona che nasce in Campania, Sicilia o Calabria ha un'aspettativa di vita fino a 4 anni inferiore rispetto ad un cittadino del Nord. E’ come se vivessimo in due paesi diversi. La peggiore zona in cui nascere è l’area metropolitana di Napoli, dove la vita media è di 8 anni inferiore a quella UE”. Una situazione drammatica che non può essere risolta con l’attuale governance. Il gap è talmente forte che queste regioni in sofferenza, praticamente tutto il centro sud, non ce la potranno fare da sole.

"NASCERE NEL MERIDIONE D'ITALIA SIGNIFICA NASCERE NELLE PARTI DEL CONTINENTE EUROPEO PIÙ DERELITTE”

"NASCERE NEL MERIDIONE D'ITALIA SIGNIFICA NASCERE NELLE PARTI DEL CONTINENTE EUROPEO PIÙ DERELITTE” L’intervista integrale al presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Walter Ricciardi "Oggi nascere nel meridione d'Italia significa nascere nelle parti del continente europeo più derelitte, perché di fatto quelle regioni sono quelle che hanno gli indicatori di aspettativa di vita peggiori d'Europa. È un divario originato nel 2001 con il cambiamento del Titolo V della Costituzione che di fatto ha dato alle regioni la quasi esclusiva potestà di organizzare e di gestire.Oggi una persona che nasce in Campania, Sicilia o Calabria ha un'aspettativa di vita fino a 4 anni inferiore. È come se vivessimo in due paesi. Ed oggi la peggiore zona in cui nascere è l'area metropolitana di Napoli. Una situazione che non può essere risolta con l'attuale governance, cioè con l'attuale assetto. Il gap è talmente forte che queste regioni in sofferenza, praticamente tutto il centro sud, non ce la potranno fare da sole"

Pubblicato da PresaDiretta su Martedì 23 gennaio 2018

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