DL Lavoro è diventato legge. Lo schiavismo è realtà?

La Camera ha dato il via libera definito al decreto legge sul Lavoro. I voti a favore sul provvedimento sono stati 279, 143 i contrari, 3 gli astenuti. Lo schiavismo è realtà.

DL lavoro introduce lo schiavismo in ItaliaIl decreto legge Lavoro diventa legge. Nel voto finale sul provvedimento, alla Camera arrivano 279 SI, 143 NO. Il decreto è passato con tre voti di fiducia del Parlamento(due di Montecitorio e uno del Senato). La maggioranza, con delle riserve, ha votato a favore per combattere la disoccupazione. Le opposizioni hanno contestato il decreto che, sostengono, aumenterà la precarietà.

La nuova legge punta soprattutto su una maggiore flessibilità dei contratti a termine, che non possono avere una durata superiore a 3 anni(comprese eventuali proroghe). Il numero dei contratti a tempo determinato non può superare il 20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza in una impresa ed è prevista una sanzione amministrativa se non viene rispettata. La maggior parte degli imprenditori preferirà pagare la multa piuttosto che assumere il lavoratore con contratto indeterminato. Per le aziende fino 5 dipendenti è sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato. Le proroghe sono ammesse fino a un massimo di 5, nell’arco complessivo di 36 mesi. E’ prevista la sperimentazione del contratto a protezione crescente.

Un altro capitolo importante sono le nuove norme sul contratto di apprendistato e le tutele per la maternità. E’ previsto un piano formativo individuale anche in base alla contrattazione collettiva. Fatta salva l’autonomia della contrattazione collettiva, al lavoratore è riconosciuta una retribuzione che tenga conto delle ore effettivamente prestate, nonché delle ore di formazione almeno nella misura del 35% del tempo di lavoro complessivo. Il congedo di maternità con un contratto a termine nella stessa azienda, concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza all’assunzione. Gli imprenditori che stipulino il contratto di solidarietà hanno diritto, nei limiti delle disponibilità nel Fondo per l’occupazione, a una riduzione della contribuzione previdenziale-assistenziale. Gli enti di ricerca vengono esentati al rispetto dei tetti fissati per i contratti a termine, pari al 20% del numero dei dipendenti.

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