Class action contro Apple per iPhone rallentati

Apple ha confermato che gli iPhone rallentano se la batteria è usurata. Negli Stati Uniti sono partite tre class action. Non è la prima volta che Apple viene accusato di utilizzare l'obsolescenza programmata.

iPhoneApple finisce nella bufera negli Stati Uniti. La casa di Cupertino ha ammesso di aver adottato all’interno di iOS una serie di misure atte a limitare le richieste di energia da parte del processore quando a fornire la corrente è una batteria usurata. La procedura servirebbe a preservare la stabilità generale dello smartphone e, in particolare, la batteria.

Questa particolare caratteristica di iOS è stata introdotta quest’anno dall’esigenza di evitare lo spegnimento indesiderato di alcuni iPhone 6, 6S, SE e 7 che in presenza di batterie con un certo numero di cicli di ricarica e di operazioni particolarmente complesse da svolgere rischiavano di riavviarsi da sé. Il tutto è stato fatto con due aggiornamenti di iOS, il 10.2.1. e 11.2.0. Le batterie agli ioni di litio diventano progressivamente meno capaci di rispondere alle rinnovate esigenze dei nuovi sistemi operativi, ai cosiddetti picchi dovuti alla richiesta di più energia in corrispondenza di maggiori calcoli ed elaborazioni. La sostituzione della batteria di un iPhone costa circa 100 dollari. Tre class action sono state avviate negli Stati Uniti dopo che Apple ha ammesso di rallentare deliberatamente la perfomance dei vecchi iPhone con gli aggiornamenti. “Apple sapeva che la sostituzione della batteria avrebbe migliorato la performance dei dispositivi più vecchi”, si legge in una delle azioni avviata in una corte federale dell’Illinois. Nella causa avviata a Los Angeles invece si mette in evidenza come Apple abbia “interferito” con la proprietà privata rallentando gli iPhone consapevolmente. Un altro ricorso osserva come Apple, prima di ammettere il rallentamento, ha fornito dichiarazioni fuorvianti.

L’obsolescenza programmata

L’obsolescenza programmata in economia industriale è una strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato e costringere il consumatore a comprarne uno nuovo. Serge Latouche, il noto economista e filosofo francese, ha definito l’obsolescenza programmata uno dei tre pilastri che sostengono la società dei consumi insieme a pubblicità e credito. Latouche sostiene che l’obsolescenza programmata sia un espediente deplorabile per aumentare infinitamente i consumi e, con essi, la crescita fine a sé stessa, nociva sia per l’uomo sia per la Terra. Non è la prima volta che Apple viene accusata di usare l’obsolescenza programmata. La compagnia statunitense venne citata in giudizio nel 2003 con una class action, a causa della durata delle batterie dell’iPod, che secondo l’accusa erano volutamente programmate con una breve vita così da costringere il consumatore a comprare un nuovo modello di iPod dopo un limitato periodo di uso, stimato intorno ai 18 mesi.

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