Istat: Disoccupazione novembre all’11%

L’Istat ha pubblicato i dati sul lavoro in Italia relativi al mese di novembre 2017. La disoccupazione cala all'11%. Record storico per l'occupazione e Renzi fa propaganda. Cresce il problema lavoro tra i 35-49 enni.

Occupazione record a novembreOggi(9 gennaio), l’Istat ha pubblicato i dati sul lavoro in Italia. Nel mese di novembre 2017 il tasso di disoccupazione è al 11%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e dell’1% nei dodici mesi. Il numero dei disoccupati, pari a 2.855 mila, calano dello 0,6% rispetto a ottobre 2017(-18 mila) e del 7,8% su base annua(-243 mila).

La diminuzione della disoccupazione interessa donne e uomini e si concentra nelle classi di età più giovani mentre si osserva un aumento tra gli over 35. A novembre 2017 gli occupati sono 23.183 mila, in crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente(+65 mila) e di 1,5 punti percentuali nei dodici mesi(+345 mila). Il tasso di occupazione, pari al 58,4%, risulta in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nei dodici mesi. E’ il livello più alto dall’inizio delle serie storiche Istat nel 1977. La crescita dell’occupazione nell’ultimo mese interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni(-165 mila su base annua). Risultano in aumento i dipendenti(i (+0,4%, +68 mila), mentre sono in lieve calo gli indipendenti(-0,1%, -3 mila). Tra i dipendenti l’aumento riguarda sia i lavoratori permanenti(+0,1%, +14 mila) sia, in misura maggiore, quelli a termine(+1,9%, +54 mila).

Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni calano dello 0,5% rispetto al mese precedente(-61 mila) e dell’1,3% rispetto ad un anno fa(-173 mila). Il tasso di inattività si attesta al 34,3%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre 2017 e dello 0,3% su base annua. Il calo degli inattivi interessa sia la componente maschile(-0,6%) sia quella femminile(-0,4%) e si concentra tra gli over 50 e i 15-24enni, mentre si osserva un aumento nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 32,7 in calo di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e del 7,2% nei dodici mesi. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 504 mila. I giovani disoccupati rappresentano l’8,6% della popolazione di questa fascia d’età.

Il commento di Matteo Renzi

“In campagna elettorale contano i risultati, non le promesse. Sul lavoro: con i dati Istat di oggi ci sono 1.029.000 posti di lavoro in più dal febbraio 2014(53% tempo indeterminato). Il JobsAct funziona. Ora avanti con salario minimo e Rei ma creando lavoro, non redditi di cittadinanza”. E’ quello che ha scritto il segretario del Partito Democratico su Facebook. Renzi ha aggiunto: “Noi ci presentiamo con un milione di posti di lavoro in più, PIL in salita e indicatori economici col più”. Peccato che l’ex premier non parla della crescita delle persone a rischio povertà nel nostro Paese. Che tipo di lavoro è stato creato? Tutti parlano della crescita dell’occupazione ma nessuno controlla la “qualità” del lavoro. L’Istat, inoltre, considera occupato anche chi ha lavorato una sola ora nella settimana di riferimento e perfino chi ha lavorato almeno per un’ora presso la ditta di un familiare senza essere retribuito. Meno propaganda, più fatti.

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