Il governo del fare aggira l’articolo 18

Il governo del fare aggira l'articolo 18 Un’altra “inculata” è pronta per i poveri lavoratori. Il governo del fare(e del cancellare) sta per approvare una nuova legge sul processo del lavoro.

Il testo del disegno di legge 1167-B prevede che le controversie tra il datore di lavoro e il suo dipendente potranno essere risolte anche da un arbitro in alternativa al giudice. Se in un primo momento il lavoratore opta per l’arbitro in seguito non potrà rivolgersi al giudice.

Con questo nuova legge si da ancora più potere ai datori di lavoro. Molti prevedono che nei contratti di assunzione potrebbe essere inserita una sorte di clausola che stabilisce che in caso di contrasto le parti si affideranno a un arbitro. Capiterà che molti pur di lavorare accetteranno una cosa senza volerlo espressamente.

Il senatore del PD, Tiziano Treu(quello che ha introdotto la flessibilità in Italia), dichiara “E’ un superamento dell'articolo 18, come di altri vincoli legislativi. Perché di fronte a un licenziamento l'arbitro deciderà secondo equità e non secondo la legge".

Sulla stessa linea è anche il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, il quale dichiara “Questa volta è peggio rispetto al 2002: allora l'attacco all'articolo 18 fu diretto ed era semplice spiegarlo ai lavoratori. Ora l'aggiramento va ben oltre l'articolo 18 impedendo addirittura di arrivare al giudice del lavoro".

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