Sei milioni di italiani in zone ad alto rischio idrogeologico

Rischio idrogeologico in ItaliaIl centro studi del Consiglio nazionali dei Geologi(Cng) e il Cresme hanno realizzato un’interessante indagine sullo stato del territorio italiano. La rassegna annuale(prima in assoluto) è stata presentata oggi(13 ottobre) presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma.

Dal rapporto “Terra & Sviluppo Decalogo del Territorio 2010” si evince che sei milioni di italiani abitano nei 29.500 chilometri quadrati del nostro territorio considerati ad elevato rischio idrogeologico. Spulciando meglio il documento si scopre che 1.260.000 edifici sono a rischio frane e alluvioni. Tra gli edifici a rischio ci sono 6 mila scuole e 531 ospedali. Secondo il rapporto, ci sono un milione di persone(19%) a rischio in Campania. Segue l’Emilia Romagna con 825 mila persone in zone “pericolose”. Piemonte, Lombardia e Veneto hanno mezzo milione di persone in zone ad elevato rischio idrogeologico. Il rapporto sottolinea che queste regioni insieme alla Toscana sono maggiormente esposte per l’elevata densità abitativa e per l’ampiezza dei territori.

La situazione è ancora più drammatica per le zone ad alto rischio sismico. Secondo il rapporto, il 40% della popolazione italiana risiede in zone a elevato rischio sismico. In queste zone ci sono 6.300.000 di edifici, 27.920 scuole e 2.188 ospedali. Lo studio pone l’attenzione anche su un altro aspetto importante. Il 60% degli 11,6 milioni di edifici italiani sono stati realizzati prima del 1971, cioè prima che venisse introdotta la legge antisismica(1974) per le costruzioni in Italia. Piero Antonio De Paola, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, ha dichiarato “Dal 1944 al 2008 il costo del dissesto idrogeologico e dei terremoti è stato di 213 miliardi di euro, con un investimento di 27 miliardi di euro solo dal 1996 al 2008. Una spesa ingente ma inefficace per la pianificazione non completa e che quando c’é viene elusa e per la mancanza di un centro di coordinamento”.

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