Cgia: Sanità ha 22,9 miliardi di debiti con fornitori

La sanità italiana ha accumulato un debito con i propri fornitori di 22,9 miliardi di euro. Lo rileva la Cgia di Mestre. ASL in affanno nei pagamenti soprattutto nel Sud.

Sanità ha 22,9 miliardi di debiti con fornitoriLa sanità italiana ha accumulato un debito con i propri fornitori di 22,9 miliardi di euro. Lo rileva la Cgia di Mestre analizzando la “Relazione sulla gestione delle Regioni” della Corte dei Conti, relativa al 2015, ultima rilevazione disponibile. Sebbene negli ultimi anni lo stock sia in calo, l’ammontare del debito commerciale del nostro servizio sanitario non è ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici. Soprattutto nel Sud, le ASL sono in affanno con i pagamenti, mettendo così in seria difficoltà moltissime PMI.

L’anno scorso la peggiore pagatrice è stata l’Azienda sanitaria regionale del Molise che ha pagato i propri fornitori con un ritardo medio ponderato di 390 giorni. L’Asp di Catanzaro, invece, ha saldato i propri debiti dopo 182 giorni, mentre l’Asl Napoli 1 Centro ha rinviato il saldo fattura rispetto gli accordi contrattuali di 127 giorni. Le aziende sanitarie più virtuose, invece, sono state l’USL Umbria 1(24 giorni) e l’Azienda sanitaria universitaria di Trieste(13 giorni). Il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, ha dichiarato: “Se è noto che le ASL pagano da sempre con molto ritardo, è altrettanto vero che in molti casi le forniture continuano ad essere acquistate con forti differenze di prezzo tra le varie regioni. Se, come ha avuto modo di denunciare la Fondazione Gimbe, nella sanità italiana si annidano circa 22,5 miliardi di euro di sprechi, è verosimile ritenere che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche modo riconducibile alle distorsioni sopra descritte”.




In altre parole, non è da escludere che in alcune regioni, in particolar modo del Sud, avvengano degli accordi informali tra le parti per cui le ASL o le case di cura impongono ai propri fornitori pagamenti con ritardi pesantissimi, ma a prezzi superiori rispetto a quelli, ad esempio, praticati nel settore privato. Nonostante l’ammontare degli sprechi, la nostra spesa sanitaria pubblica è inferiore di un punto percentuale di PIL rispetto a quella francese e di 0,5 punti rispetto a quella britannica. La sanità regionale più indebitata è quella del Lazio, con 3,8 miliardi di euro. Al secondo posto c’è la Campania con 3 miliardi di euro. Seguono la Lombardia(2,3 miliardi), la Sicilia(1,8 miliardi) e il Piemonte(1,8 miliardi). Se, invece, rapportiamo il debito alla popolazione residente, il primato spetta al Molise, con 1.735 euro pro capite. Dal 2011 il debito complessivo della sanità è in costante calo ed è sceso di 15 miliardi di euro(-39,7%). A livello regionale le contrazioni più importanti si sono verificate nelle Marche(-69,5%), in Campania(-55,4%) e in Veneto(-51%). La situazione è peggiorato solo nel Molise(+39,7%) e in Umbria(57,7%).

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