Diritto di asilo ai cittadini della Terra dei Fuochi
Lo Stato ha abdicato nella Terra dei Fuochi. Il 18 luglio 2016 ci fu un incendio di vasto proporzioni nei pressi del campo Rom di Casoria, situato a pochi passi dall’aeroporto di Capodichino e vicino all’Ikea. Quarantadue giorni dopo un nuovo rogo(foto) si è sviluppato nella stessa zona.
E pensare che il campo era sotto sequestro, quindi questa volta i Rom non c’entrano. Lo sottolineano anche i gestori della pagina Facebook di Identità Insorgenti. Dov’è lo Stato? Come è possibile che un ecocriminale agisca indisturbato? Sembra quasi una barzelletta, se non fosse che quel fumo nero andrà a finire nell’organismo di tanti cittadini causando nuovi tumori. Lo scorso gennaio, l’Istituto Superiore di Sanità(ISS) ha pubblicato un rapporto in cui si evince che nella Terra dei Fuochi si muore di più che in altre zone d’Italia, ci si ammala più di cancro e si registrano più ricoveri. I tumori non si curano, ma possono essere prevenuti migliorando la qualità dell’aria. Lo Stato non fa nulla da questo punto di vista, dato che i roghi tossici continuano ad esserci nonostante la propaganda mediatica dica il contrario. Negli ultimi mesi si parla tanto dei migranti che scappano dalla guerra e vengono nel nostro Paese per chiedere asilo e migliorare le loro condizioni di vita. Pensano di aver messo al sicuro la loro vita, non sanno che hanno il destino segnato con un cancro. Non sono solo le guerre a fare vittime, nella zona nord di Napoli e a Caserta è in atto un genocidio di massa tra l’indifferenza generale. I cittadini della Terra dei Fuochi non hanno diritto all’asilo?
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