Delitto e castigo

Di Fëdor Dostoevskij e pubblicato da Newton Compton, "Delitto e castigo" è un romanzo ambientato a Pietroburgo che racconta il tormento interiore del giovane Rodion Romanovič Raskol'nikov dopo aver ucciso una vecchia usuraia.

Delitto e castigo” è un libro di Fëdor Dostoevskij e pubblicato da Newton Compton. Fëdor Dostoevskij nacque a Mosca nel 1821. Figlio di un medico, un aristocratico decaduto stravagante e dispotico, crebbe in un ambiente devoto e autoritario. Da ragazzo, alla notizia della morte del padre, subì il primo attacco di epilessia, malattia che lo tormentò per tutta la vita. Diplomatosi nel 1843, rinunciò alla carriera che il titolo gli apriva e, lottando con l’indigenza e con i disagi di una salute cagionevole, cominciò a scrivere. Il suo primo libro, il romanzo “Povera gente”, esce nel 1846. Nel 1849 lo scrittore, a causa delle sue convinzioni socialiste, venne condannato a morte. La pena fu poi commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e nell’esilio fino al 1859. Morì a San Pietroburgo nel 1881.

Delitto e castigo” è il decimo romanzo dello scrittore russo ed è stato pubblicato nel 1866. L’opera di Fëdor Dostoevskij fa parte dei romanzi russi più famosi e influenti di tutti i tempi. Il giovane Rodion Romanovič Raskol’nikov abbandonati gli studi, decide di uccidere una vecchia usuraia per dimostrare a se stesso di essere un uomo “eccezionale”, al di là del bene e del male. Travolto dal proprio atto e tormentato dalla coscienza del fallimento, si consegna spontaneamente alla giustizia, cedendo a quella stessa norma che credeva di poter travalicare. Lo svolgimento dei fatti è quasi tutto a Pietroburgo, nel corso di un’estate afosa. L’epilogo di “Delitto e castigo” invece si svolge nella prigione-fortezza di una località non espressamente nominata, sulle rive del fiume Irtyš. Dovrebbe trattarsi di Omsk, dove era presente una struttura per lavori forzati, conosciuta bene da Fëdor Dostoevskij per avervi scontato egli stesso una condanna dal 1850 al 1854. Il tormento interiore che vive il protagonista del romanzo è molto attuale. Inoltre i disagi, le sofferenze, la disperazione e la fede della bassa società sono descritti come solo Fëdor Dostoevskij sa fare.

Delitto e castigo” è stato celebrato come il primo grande romanzo polifonico, dove tutte le voci dei personaggi hanno spazio e, nell’interazione con le altre coscienze, rivelano i molteplici strati della propria. Colpa, condanna ed espiazione: questi i capisaldi del capolavoro scritto da Fëdor Dostoevskij. Nelle pagine del libro ogni pensiero e ogni moto dell’animo suscita il proprio opposto: ansia di sublime e fascino dell’abiezione, orgoglio e umiltà, volontà di ferire e desiderio di ferirsi appaiono strettamente connessi. Lo scrittore russo approfondisce ed esaspera il motivo della doppiezza psicologica, della spaccatura insanabile tra l’essere e l’apparire dell’io. La tensione di questi laceranti conflitti trova infine pace grazie non a un intervento della ragione, ma al suo ammutolire, al palesarsi improvviso di una rivelazione. In “Delitto e castigo” ci sono pagine non proprio entusiasmanti e altre di una bellezza straordinaria. Lo scrittore russo è sempre attento alla descrizione dei luoghi, davvero inquietanti, che, evidentemente, influiscono nello stato d’animo globale dei personaggi. Le ultime 100 pagine sono di una tristezza così reale e palpabile da rimanere sconcertati. Fëdor Dostoevskij è forse il più grande narratore russo e “Delitto e castigo” uno dei classici di tutti i tempi. L’opera e i personaggi dello scrittore russo sono intensi, drammatici, attuali e modernissimi. “Delitto e castigo” è un classico che non può mancare nella biblioteca.

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