Confindustria contro blocco licenziamenti e reddito di cittadinanza

Confindustria è contraria alla proroga del blocco dei licenziamenti e pretende l’abolizione del reddito di cittadinanza. Puntano ai soldi pubblici.

Carlo Bonomi di ConfindustriaMario Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato e alla Camera. Il nuovo premier deve fare i conti con Confindustria. La principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi italiani è contraria alla proroga del blocco dei licenziamenti e pretende l’abolizione del reddito di cittadinanza. Il primo provvedimento è stato varato nel decreto Cura Italia per far fronte alla crisi economica provocata dalla pandemia di Coronavirus e scade il 31 marzo 2021.

Dall’1 aprile 2021, dunque, il governo Draghi potrebbe dover fronteggiare lo tsunami delle risoluzioni del rapporto di lavoro. Uno scenario da un milione di posti persi secondo molti. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha dichiarato: “Non vorremmo di nuovo, tra poche settimane, assistere a una nuova protrazione del blocco generale dei licenziamenti al fine di prendere ancora tempo. Sarebbe l’invito alle imprese a rinviare ulteriormente riorganizzazioni, investimenti e assunzioni: un segnale decisamente sbagliato”. Perché vuole lo sblocco dei licenziamenti? La risposta è ovvia. Confindustria vuole licenziare le persone con vecchi contratti “onerosi” per assumere giovani con i bonus fiscali. In poche parole gli industriali vogliono abbassare il costo del lavoro. Gli altri punti sono le riforme su ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. Il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, ha detto: “Se affrontiamo il problema della riforma degli ammortizzatori potremo anche finalmente affrontare il tema del reddito di cittadinanza, che non dà nessuna risposta in termini di politiche attive”. Confindustria vuole che nelle politiche attive del lavoro siano coinvolti anche i privati. In poche parole gli industriali vogliono soldi pubblici per fare formazione ai disoccupati. Non finisce qui. Confindustria pretende che il governo Draghi riveda le “storture” causate dal decreto Dignità in  merito al contratto a termine. A questo punto perché non rimettere pure i voucher? Questi industriali sono degli schiavisti pericolosi.

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