La bidella pendolare Napoli-Milano

Una bidella pendolare tutti i giorni parte da Napoli per raggiungere Milano. 1.600 chilometri al giorno e 9 ore in treno dal lunedì al venerdì.

La bidella pendolare Napoli-MilanoOgni mattina un giornalista si sveglia e decide di scrivere il solito articolo per incentivare la deportazione della gente del Sud verso il Nord Italia. Oggi è la volta della bidella pendolare Napoli-Milano. Una donna 29enne di Napoli si sveglia ogni mattina alle 4 per andare a lavorare in una liceo a Milano e tornare a casa verso mezzanotte. Fa questo dal lunedì al venerdì. 1.600 chilometri al giorno e 9 ore in treno, sembra quasi una pubblicità di Trenitalia e NTV.

La bidella pendolare dorme poco più di tre ore al giorno quando lavora. Una follia. Perché fa questa vita stressata? La risposta è ovvia, per risparmiare. Una stanza in affitto a Milano costa in media 650 euro al mese, mentre lei spende circa 400 euro con l’abbonamento al treno. Non ha altre spese, visto che vive con i genitori. Ne vale la pena? Direi di no. La sua sveglia suona tutti i giorni alle 3.30 del mattino per andare di corsa in stazione a Napoli e prendere il treno Italo delle 5.09. Arriva a Milano dopo 4 ore e mezza di viaggio. Prende servizio in scuola alle 10.30, stacca alle 17. Fa un’altra corsa per prendere qualcosa da mangiare e andare in stazione a Milano per prendere il treno Frecciarossa delle 18.20. Arriva a Napoli alle 22.53, giusto in tempo per cenare e sdraiarsi sul letto. Tutto questo casino per prendere 1.165 euro al mese. Risparmia soldi, ma accumula stress ogni giorno che alla lunga diventerà un problema per la salute. E mentre lei fa sta vita di sacrifici, abbiamo politici che hanno tutto rimborsato (compreso i viaggi in aereo e treno). Quando ci svegliamo? Io non sopporto più questa storia della deportazione al Nord della gente del Sud. La bidella pendolare Napoli-Milano è un altro fallimento del sistema Italia. Basta con questo messaggio che devi andare al Nord per un lavoro. Il Sud ha bisogno di sviluppo, non di essere svuotato della sua forza lavoro.

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