La camorra capitalista

Fiat Panda La crisi economica sta mettendo in grosse difficoltà le aziende che da alcuni mesi non riescono più a fare attivi in bilanci.

Per risollevare le sorti delle proprie aziende alcuni imprenditori puntano sull’innovazione, mentre altri scelgono la via più comoda, vale a dire la manodopera a basso costo dell’est Europa e delle Cina.

Da alcuni anni, la Fiat ha deciso di trasferire la produzione della 500 e della Panda in Polonia. Nelle ultime settimane l’azienda torinese sta facendo una trattativa con i sindacati per riportare la produzione della Panda a Pomigliano D’Arco. La trattativa sta diventando una vera e propria telenovela.

Molti si chiedono per quale motivo i sindacati ancora non hanno firmato. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, vuole 18 turni settimanali, aumento dello straordinario obbligatorio e modifica dell'organizzazione del lavoro che comporti anche il passaggio delle pause dei lavoratori da 40 a 30 minuti. In poche parole, il buon Marchionne vuole importare in Italia il metodo di lavoro applicato in Cina e nell’est Europa.

Per accelerare la trattativa, l’amministratore delegato lancia una sorte di ultimatum. Oggi(11 giugno), Sergio Marchionne ha dichiarato “Senza un accordo tra azienda e sindacati lo stabilimento Fiat di Pomigliano chiuderà. I tempi sono molto stretti, se l'accordo non c'è la Panda si produrrà in Serbia o in Polonia. Spero in una intesa il più presto possibile, ma c'è un limite a tutto e io la macchina la devo far partire”.

Invece di esportare i diritti ai lavoratori dell’est Europa e della Cina, noi italiani stiamo importando il lavoro “schiavista” di quei paesi. Questo mondo sta regredendo.

Commenti

  1. il problema è che in polonia hanno dimostrato di saper costruire egregiamente con volumi pazzeschi...Marchionne è un pazzo se vuol veramente fare costruire 350000 panda l'anno in uno stabilimento i cui 5000 dipendenti(ne basterebbero un terzo) non riescono a costruire decentemente 40000 alfa romeo...pomigliano ha il record per assenteismo, tasso di difettosità, scioperi e clientelismo...è stato il peggiore stabilimento europeo per tantissimi anni...

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  2. quello stabilimento è nato sotto l'iri per clientelismo politico, per assicurarsi manciate di voti, in un posto dove nessun sano di mente sarebbe andato a produrre(furono assoldati come operai gli stessi manovali), proprio come termini, con la differenza che termini è nato al di fuori di ogni senso logistico(e lì era palese)ed è sopravvissuto fino ad adesso solo per ricatto dello stato, quando alla fiat passava barche di soldi dei contribuenti per farla sopravvivere...cosa che non fa da più di un lustro...tenere aperte quelle fabbriche quindi rappresenterebbe solo carità per fiat, ora come ora...e fiat è un'azienda, e la manda avanti un a.d., non padre pio...

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  3. Dove hai preso i dati? Quando c'era l'Alfa Romeo non si lavorava 7 giorni su 7 con turni su tutte le 24 ore come avviene oggi in Polonia o in Cina. Quindi il raffronto non lo puoi fare. Il problema vero è che Marchionne vuole produrre in Italia per accelerare le consegne dell'auto vendute.

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  4. Per quanto mi riguarda, Marchionne può andarsene anche in Messico a produrre quelle macchine tecnologicamente retrograde. Il futuro è nell'innovazione. La Fiat quando lancerà una macchina a basso impatto ambientale come la Toyota Prius?

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