Un vaccino contro l’AIDS?

Continua la sperimentazione del vaccino contro l'AIDSL’AIDS è una malattia dovuta all'infezione da virus HIV. I primi casi si sono verificati verso la fine degli anni 70. Ad oggi non esiste nessuna cura definitiva per sconfiggere l’AIDS. Considerando che nella maggior parte dei casi la diffusione avviene per via sessuale, l’unico rimedio è la prevenzione. Ovvero, l’uso del preservativo.

Come ogni anno, il primo dicembre ci sarà la giornata mondiale dell’AIDS. Sarà un caso, ma in questi giorni si parla del “successo” di un vaccino terapeutico contro l’AIDS, che aiuta e rigenera il sistema immunitario. Il vaccino, messo a punto in Italia presso l’Istituto Superiore di Sanità(Iss), è giunto alla fase 2 della sperimentazione.

La prima sperimentazione è stata condotta su 87 pazienti di età compresa fra i 18 e 58 anni. Queste persone sono state curate con la terapia antiretrovirale(Haart). I risultati della prima fase della sperimentazione sono stati pubblicati sulla  rivista “Plos One”. La ricerca  è condotta dal gruppo coordinato da Barbare Ensoli ed è stata finanziata con 13 milioni di euro. Ma in che modo agisce il vaccino?

Il vaccino terapeutico agisce colpendo la proteina “Tat”. Questa proteina “lavora” all’interno del virus Hiv. La Tat permette al virus di replicarsi e diffondersi nell’organismo. La ricercatrice ha dichiarato “Abbiamo visto che il vaccino arriva dove i farmaci si fermano. I farmaci antiretrovirali riducono infatti il numero delle particelle di virus in circolazione, ma non riescono ad azzerarle. Il virus continua ad essere presente e si rifugia in santuari, costringendo il sistema immunitario ad un continuo stato di allerta. Il risultato è una vera e propria sindrome, che si manifesta con problemi cardiovascolari, epatici, renali. Il vaccino sembra riportare il sistema immunitario verso uno stato di equilibrio”.

La fase 2 della sperimentazione non è ancora conclusa e l'obiettivo è arrivare a vaccinare 160 volontari. La Ensoli ha dichiarato che la ricerca sta andando con risultati straordinari. La ricercatrice dice “A 48 settimane dalla somministrazione del vaccino i parametri continuano a migliorare, sembra che riusciamo a bloccare il danno”.

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