Venti anni fa la strage di Capaci. Palermo ricorda Giovanni Falcone

Strage di Capaci, il giorno della memoria. Le iniziative per celebrare i vent'anni dell'eccidio mafioso in cui morirono Falcone, la moglie e gli uomini della scorta.

Giovanni Falcone e Paolo BorsellinoLa vita del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie, Francesca Morvillo e quella degli agenti di scorta, Antonio Monti, Rocco Di Cillo e Vito Schifani si interrompe alle 17,56 minuti del 23 maggio 1992. Erano scesi a Punta Raisi, dall’aereo che li aveva portati a Palermo. I coniugi Falcone e la sua scorta persero la vita nei pressi dello svincolo per Capaci dell’autostrada A29. La mafia avevano riempito con 500 chili di tritolo un tunnel scavato sotto l’autostrada. La criminalità organizzata ha voluto uccidere uno dei servitori dello Stato che aveva portato alla sbarra e fatto condannare oltre 400 mafiosi al maxi-processo di Palermo.

Il livello operativo della strage di Capaci è stato chiarito sin dal primo processo concluso il 26 settembre 1997 con 24 ergastoli e pene inferiori per i collaboratori Salvatore Cancemi, Giovan Battista Ferrante, Gioacchino La Barbera, Calogero Ganci e Mario Santo Di Matteo. In appello si aggiunsero altri 5 ergastoli ma dopo due annullamenti seguiti da altri due giudizi di appello la Cassazione chiuse i filoni processuali per la strage di Capaci il 16 settembre 2008 accertando la responsabilità di Riina, Bernardo Provenzano, Francesco e Giuseppe Madonia, Pippo Calò, Pietro Aglieri e degli altri componenti della “cupola”. Restano nell’ombra una parte delle responsabilità operative che di recente, il collaboratore Gaspare Spatuzza ha fatto emergere parlando con il procuratore antimafia, Grasso, e il pm Lari.

Oggi(23 maggio), la città di Palermo ha voluto ricordare la strage a 20 anni di distanza. Questa mattina sono arrivate le due “navi della legalità” salpate da Civitavecchia e da Napoli con a bordo 2.600 alunni di 160 scuole di tutta Italia. Le due navi sono state ribattezzate “Giovanni” e “Paolo”. Gli studenti del nostro Paese si uniscono per dire “No alla mafia”. L’obiettivo comune è quello di tramandare di generazione in generazione la cultura della legalità e l’impegno a contrastare tutte le mafie fin dai banchi si scuola. Centinaia di cittadini hanno partecipato alla fiaccolata che ha circondato simbolicamente il Palazzo di giustizia di Palermo, scandendo slogan come “Fuori la mafia dallo Stato” e “Dopo vent’anni, basta misteri”.

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