Mario Adinolfi approda in Parlamento, ma è già da rottamare
L’uomo che vedete nella foto è un nuovo deputato della Repubblica italiana. Il suo nome è Mario Adinolfi. Il tizio è noto soprattutto per le imprese a poker e per le ospitate nei vari programmi televisivi. Adinolfi farà il deputato tra un partita di poker e un’ospitata dalla D’Urso.
Ma come è diventato deputato? Facciamo un breve riassunto. Il 21 maggio 2012 Pietro Tidei vince il ballottaggio a Civitavecchia e diventa il nuovo sindaco. “Il Giornale” scrive: “Pochi secondi dopo gli exit poll che danno in vantaggio Tidei, succedono due cose. Primo, gli danno fuoco alla macchina. Secondo, Adinolfi chiede le sue dimissioni poiché incompatibile in entrambe le cariche”. Tidei ha dichiarato: “Mentre ero dai carabinieri a fare la denuncia per l’auto bruciata ho appreso che Adinolfi già chiedeva le mie dimissioni. Lui cerca una fama e una visibilità che non merita”.
Fino al 21 maggio 2012, il signor Adinolfi non si è mai preoccupato della faccenda dei doppi incarichi in politica. Tutto ad un tratto il “pokerista” ha iniziato la battaglia contro il doppio incarico. Ha fatto spam su Twitter e Facebook per quasi un mese. Il motivo? Doveva prendere la poltrona(comoda) alla Camera. Ieri(17 giugno) il neo deputato ha scritto una nota su Facebook in cui spiega che farà 8 impegni in questi 8 mesi. Ho provato a leggere gli otto punti, ma mi sono fermato al terzo. Adinolfi scrive: “Difenderò Elsa Fornero, il ministro che in sei mesi ha fatto due riforme monstre come quella delle pensioni e quella del lavoro, dagli attacchi di politicanti che in decenni non hanno mai saputo riformare una mazza. Allo stesso tempo vorrò numeri certi e soluzioni decenti sulla questione esodati”. Un mio amico mi ha fatto notare anche il punto 6.
Il “pokerista” scrive: “Non dimenticherò la mia esperienza di giocatore di poker e chiederò con veemenza la legalizzazione del poker live e l’investimento sul betting exchange: sono gli strumenti migliori per impedire agli italiani di rovinarsi con il gioco d’azzardo dei gratta e vinci, dei superenalotto, delle videoslot dove milioni soprattutto di anziani di ceto prevalentemente medio-basso versano la pensione. Se, per esempio nel poker, fosse legale il live secondo le stesse regole rese legali per l’online, si creerebbero istantaneamente almeno cinquantamila posti di lavoro. Il principio è semplice: skill games contro gioco d’azzardo e quel che è legale on line e non crea lavoro sia legale anche live per creare lavoro”. A voi i commenti.
L’ottavo punto è copiato dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Forse non aveva più idee e non sapeva che scrivere per “realizzare” il suo motto(8 mesi, 8 impegni). Per quanto mi riguarda, Adinolfi è già da rottamare. Uno che santifica Monti e la Fornero non può rappresentarmi. Non bastasse ciò, il neo deputato “ammira” il modello cinese, dove ci sono pochi caporali e tanti schiavi. Per certi versi, il “pokerista” è anche pericoloso. Il motivo? Fomenta la “guerra dei poveri” tra padri e figli. Adinolfi è stato inserito nel listone del Partito Democratico nelle elezioni del 2008, ma da alcuni mesi non fa più parte del partito di Bersani perché ha stracciato la tessera. Una persona coerente non avrebbe accettato di subentrare. Ma si sa, la dignità non si compra al supermercato. Adinolfi viene dal web e non sa che il “popolo” del web può distruggerlo in pochi secondi.
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