85 persone detengono metà della ricchezza mondiale

Un rapporto di Oxfam evidenzia che l’1% delle famiglie del mondo possiede il 46% della ricchezza globale(110.000 miliardi dollari). In 29 paesi su 30, dal 1970 ad oggi, i ricchi pagano sempre meno tasse.

Donna immersa nei soldiNegli ultimi anni è in atto uno “strano” fenomeno: i ricchi diventano sempre ricchi e i poveri sempre più poveri. Non tutti sanno che 85 uomini detengono una ricchezza pari a quella di metà della popolazione mondiale e l’1% delle famiglie del mondo possiede il 46% della ricchezza globale, pari a 110.000 miliardi dollari.

A dirlo è il rapporto di ricerca “Working for The Few” diffuso dall’ong Oxfam. Lo studio intreccia la lista dei milionari stilata da “Forbes” nel 2013 con un rapporto “Credit Swisse”, il “Global Wealth Report” 2013, che analizza i trend della ricchezza globale. Secondo Oxfam, le elite economiche mondiali agiscono sulle classi dirigenti politiche per truccare le regole del gioco economico, erodendo il funzionamento delle istituzioni democratiche.

Dal rapporto emerge che dalla fine del 1970 la tassazione per i più ricchi sia diminuita in 29 paesi sui 30 per i quali erano disponibili dati. Il resto dei cittadini del mondo si spartisce le briciole. Nel 2013 sono stati 839 milioni i lavoratori che vivono con meno di 2 dollari al giorno(il 26,7% del totale) mentre 375 milioni vivono con meno di 1,25 dollari al giorno. A dirlo è l’Organizzazione Internazionale del Lavoro(ILO). La disparità di reddito mina la stabilità sociale.

Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International, ha dichiarato “Un sistema che si perpetua, perché gli individui più ricchi hanno accesso a migliori opportunità educative, sanitarie e lavorative, regole fiscali più vantaggiose e possono influenzare le decisioni politiche in modo che questi vantaggi siano trasmessi ai loro figli. Se non combattiamo la disuguaglianza, non solo non potremo sperare di vincere la lotta contro la povertà estrema, ma neanche di costruire società basate sul concetto di pari opportunità”.

In Italia la crisi economia ha spazzato via il ceto medio. Uno studio della “Paris School of Echonimcs” evidenzia come nel nostro Paese le diseguaglianze tra la fascia ricca e quella più povera della popolazione dal 1976 al 1985 fosse in diminuzione per poi invertire la rotta e aumentare in maniera costante dal 1986 fino al 2009. Sarà un caso, ma nel 1985 viene abrogata la scala mobile. Che cos’è? Ero un “strumento” che serviva a far recuperare il potere d’acquisto perso dal salario a causa dell’inflazione.

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