Cgia Mestre: Dal 1995 al 2010 le tasse locali sono aumentate del 137,9%

Uno dei proclami di Silvio BerlusconiNegli ultimi 15 anni le tasse delle amministrazioni locali sono aumentate del 137,9%. Questo è quello che emerge da uno studio condotto da Cgia di Mestre. In termini assoluti, le entrate fiscali dei Comuni, delle Province e delle Regioni sono passate da 40,58 miliardi a 96,55 miliardi di euro.

Cgia Mestre evidenzia come l’amministrazione centrale, a fronte di un aumento del Pil del 19,1%, abbia incrementato le entrate solo del 6,8%. Se nel 1995 il gettito era di 326,69 miliardi, nel 2010 ha raggiunto i 348,92 miliardi di euro. L’aumento della tassazione è il risultato del decentramento fiscale iniziato negli anni ‘90.

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, ha dichiarato “L’introduzione dell’Ici, dell’Irap e delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali. Non dobbiamo dimenticare che negli ultimi 20 anni Regioni e Comuni sono diventate responsabili della gestione di settori importanti come la sanità, il sociale e il trasporto pubblico locale senza aver ricevuto un corrispondente aumento dei trasferimenti. Anzi. La situazione dei nostri conti pubblici ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente, creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realtà amministrative locali che si sono difese aumentando le tasse locali”.

Il segretario della Cgia ha parlato anche delle conseguenze della manovra correttiva del governo Berlusconi. Bortolussi ha detto “I fortissimi tagli imposti dalle manovre correttive di luglio e di Ferragosto rischiano di peggiorare la situazione e di demolire lo strumento che in qualche modo poteva invertire la tendenza, ovvero il federalismo fiscale. Pertanto, nei prossimi anni alle autonomie locali non resteranno che due strade da percorrere: o tagliare i servizi erogati o aumentare le entrate locali. In entrambi i casi a rimetterci saranno comunque i cittadini e le imprese”.

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