Bankitalia e Corte dei Conti bocciano il DEF del governo Renzi

Il governo Renzi lega la crescita del PIL nel 2017 all'esito del referendum costituzionale. Bankitalia e Corte dei Conti danno un esito non positivo alla verifica sulla nota di aggiornamento al DEF.

Matteo Renzi e Pier Carlo PadoanNella nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza diffuso la scorsa settimana si prevede una crescita del PIL per il 2017 dell’1%. Il governo Renzi lega la crescita del Prodotto Interno Lordo all’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Questa è un’altra baggianata per plagiare e impaurire le persone.

Con una decisione senza precedenti, Bankitalia e Corte dei Conti boccia il nuovo quadro macroeconomico che emerge dalla nota di aggiornamento del DEF. Punto dolente, lo 0,4% di deficit aggiuntivo legato agli interventi per il terremoto e per i migranti, che secondo l’esecutivo porterà a una crescita equivalente del PIL. “Nello scenario programmatico per il 2017, la dinamica del prodotto è significativamente maggiore di quella del quadro tendenziale. L’obiettivo è ambizioso. Per conseguire il risultato la prossima legge di bilancio dovrà essere definita con grande cura”. Lo afferma il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini.

Il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, in audizione sul DEF davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha dichiarato: “Non è privo di elementi di fragilità cui occorrerà prestare attenzione soprattutto sul fronte della domanda estera e quindi delle esportazioni”. Per la magistratura contabile, quindi, ci potrebbe essere un rischio al ribasso per le prospettive di crescita dell’Italia, con conseguenti risvolti avversi sul percorso programmatico di finanza pubblica. In sostanza, i conti messi nero su bianco da Pier Carlo Padoan e Matteo Renzi sono inventati: il Bilancio dello Stato per il 2017 è scritto sulla sabbia.

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