Cgia: Sud peggio della Grecia

Il Sud Italia sta peggio della Grecia. E' quello che emerge da un rapporto della Cgia di Mestre. Un cittadino del Nord Italia dispone di oltre 15.600 euro all’anno in più rispetto a uno residente nel Mezzogiorno.

Sud peggio della GreciaL’Italia continua ad essere un Paese spaccata a metà. E’ quello che emerge da un rapporto della Cgia di Mestre. Il Nord corre e seppur con difficoltà tiene il passo della Germania, il Sud ha invece una situazione socio-occupazionale addirittura peggiore della Grecia. La produttività del lavoro(valore aggiunto per occupato in euro) è l’unico indicatore positivo fra i 10 presi in esame: sia Nord che Sud Italia hanno la meglio sulla media tedesca e greca.

La Cgia di Mestre è giunta a questo risultato dopo aver comparato una serie di indicatori economici, occupazionali e sociali della Germania con il Nord Italia e della Grecia con il nostro Mezzogiorno. Le variabili messe a confronto dall’Ufficio studi si raggruppano in 3 grandi aree: economia(PIL pro capite; produttività del lavoro, export/PIL e saldo commerciale/PIL), lavoro(tasso di occupazione, tasso di occupazione femminile, tasso di disoccupazione e tasso di disoccupazione giovanile) e sociale(rischio di povertà o esclusione sociale). I dati ufficiali sul mercato del lavoro sono meno allarmanti di quelli ufficiali, visto che nel Mezzogiorno ci sono oltre 1 milione e mezzo di lavoratori in nero. Questo “problema” sembra non interessare i politici del nostro bel Paese. La forte presenza dell’economia non osservata, solo per la parte del lavoro irregolare, produce nel Sud oltre 27 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso all’anno. Renato Mason, segretario della Cgia, ha dichiarato: “Il divario tra il Nord e il Sud del nostro Paese ha radici lontane che risalgono addirittura all’unità d’Italia. Purtroppo, le politiche pubbliche di sviluppo messe in campo in questi ultimi 70 anni non hanno accorciato le distanze tra queste realtà. Anzi, per certi versi sono aumentate, poiché i livelli di crescita delle regioni settentrionali sono stati decisamente superiori a quelli registrati nel meridione, che si conferma una delle aree economiche più disagiate dell’intera Eurozona”. Vediamo nel dettaglio i risultati emersi dalle comparazioni.

Pil pro capite, produttività del lavoro ed export

In termini di PIL pro capite il Nord Italia sconta un differenziale negativo con la Germania di poco superiore ai 4.300 euro; il dato del Mezzogiorno, invece, è superiore a quello greco di 2.000 euro. Tuttavia un cittadino del settentrione dispone di oltre 15.600 euro all’anno in più rispetto a un residente al Sud. Sul versante della produttività del lavoro(valore aggiunto per occupato in euro), invece, sia il Nord sia il Sud hanno la meglio rispettivamente della media tedesca e di quella greca. E’ questo l’unico indicatore tra i 10 presi in esame dove l’esito delle due macro aree del nostro Paese è migliore di quello registrato a Berlino e ad Atene. In merito all’export, infine, i dati della Germania non hanno eguali nel resto d’Europa, tuttavia il Nord Italia si difende benissimo, registrando un gap molto contenuto, anche nel rapporto tra saldo commerciale e PIL. Tra la Grecia e il nostro Sud, invece, le esportazioni sul PIL sono maggiori nel Paese ellenico, anche se il Mezzogiorno d’Italia conta una bilancia commerciale meno squilibrata di quella greca.

Occupazione e disoccupazione

Sul versante occupazionale le distanze tra i dati riferiti al mercato del lavoro tedesco e quelli del Nord Italia sono importanti. Se il tasso di occupazione generale in Germania è superiore di quasi 10 punti, il tasso di disoccupazione, invece, è di poco inferiore alla metà(3,8% contro il 6,9%). Altrettanto forte è il divario riferito al tasso di disoccupazione giovanile: in Germania è quasi 4 volte inferiore (6,8% contro il 24%). Ugualmente preoccupanti i risultati che emergono dalla comparazione tra il nostro Sud e la Grecia. Solo per quanto concerne il tasso di disoccupazione generale il Mezzogiorno registra una situazione migliore di quella greca(19,4% contro 21,5%). In tutti gli altri casi Atene ha sempre la meglio.

Rischio povertà ed esclusione sociale

Sebbene il Nord Italia presenti degli indicatori occupazionali meno positivi della media tedesca, in materia di povertà o esclusione sociale la situazione si capovolge. Nelle nostre regioni settentrionali le percentuali sono inferiori sia al rischio povertà(19% contro 19,7%), così come inteso dall’indicatore previsto dalla strategia Europa 2020, sia quando analizziamo il “tradizionale” indicatore del rischio povertà(12,1% contro il 16,5%). Nelle comparazione tra il nostro Sud e la Grecia, infine, le distanze sono pesantissime e in entrambi i casi la popolazione greca presenta percentuali nettamente inferiori alle nostre.

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