Istat: Popolazione in calo in Italia

Continua a calare la popolazione residente in Italia. E' quello che emerge dal rapporto "Indicatori demografici. Anno 2019" dell'Istat. Il calo della popolazione si concentra prevalentemente nel Mezzogiorno. La differenza tra nascite e decessi segna -212 mila unità, il valore più basso dal 1918.

Indicatori demografici. Anno 2019Continua a calare la popolazione residente in Italia. Al 1° gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317 mila, 116 mila in meno su base annua. 55 milioni i cittadini italiani residenti, 5,4 milioni gli stranieri. E’ quello che emerge dal rapporto “Indicatori demografici. Anno 2019” pubblicato oggi(11 febbraio) dall’Istat. La popolazione, che risulta ininterrottamente in calo da cinque anni consecutivi, registra nel 2019 una riduzione pari al -1,9 per mille residenti. La riduzione della popolazione si deve al rilevante bilancio negativo della dinamica naturale¹ risultata nel 2019 pari a -212 mila unità, solo parzialmente attenuata da un saldo migratorio con l’estero ampiamente positivo(+143mila).

Le ordinarie operazioni di allineamento e revisione delle anagrafi(saldo per altri motivi) comportano, inoltre, un saldo negativo per 48 mila unità. Nel complesso, pertanto, la popolazione cala di 116 mila unità nel 2019. Il calo della popolazione si concentra prevalentemente nel Mezzogiorno(-6,3 per mille) e in misura inferiore nel Centro(-2,2 per mille). Al contrario, prosegue il processo di crescita della popolazione nel Nord(+1,4 per mille). Lo sviluppo demografico più importante si è registrato nelle Province autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con tassi di variazione pari a +5 e +3,6 per mille. Rilevante anche l’incremento di popolazione osservato in Lombardia(+3,4 per mille) ed Emilia-Romagna(+2,8). In fondo alla classifica c’è la Sardegna con una variazione della popolazione pari al -5,3 per mille.

Nel 2019 sono state registrate  435 mila nascite, l’80,4% da madri italiane e il 19,6% da madri straniere. Il dato delle nascite risulta il più basso mai riscontrato nel Paese. I decessi, invece, sono stati  647 mila. Il ricambio naturale della popolazione appare sempre più compromesso. La differenza tra nascite e decessi segna -212 mila unità, si tratta del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918. Ciò comporta che il ricambio per ogni 100 residenti che lasciano per morte sia oggi assicurato da appena 67 neonati, mentre dieci anni fa risultava pari a 96. Il saldo migratorio con l’estero nel 2019 risulta positivo per 143 mila unità, 32 mila in meno rispetto al 2018. Nel 2019 migliorano le condizioni di sopravvivenza della popolazione e si registra un ulteriore aumento della speranza di vita alla nascita. A livello nazionale gli uomini sfiorano gli 81 anni, le donne gli 85,3. Per gli uni come per le altre l’incremento sul 2018 è pari a 0,1 decimi di anno, corrispondente a un mese di vita in più.

Calano donne in età feconda

Nonostante il record negativo di nascite, la fecondità rimane costante al livello espresso nel 2018, ossia 1,29 figli per donna. Ciò in quanto il numero annuale di nascite è vincolato non solo ai livelli riproduttivi delle madri ma anche alla loro dimensione assoluta e strutturale. Nell’ultimo biennio, in particolare, tra le donne residenti in età feconda² si stima una riduzione di circa 180 mila unità. In aggiunta a tale fattore va poi richiamato che i tassi specifici di fecondità per età della madre continuano a mostrare un sostanziale declino nelle età giovanili(fino a circa 30 anni) e un progressivo rialzo in quelle più anziane(dopo i 30). L’età media al parto ha toccato i 32,1 anni, anche perché nel frattempo la fecondità espressa dalle donne 35-39enni ha superato quella delle 25-29enni. Non solo, fanno più figli le donne ultraquarantenni di quanti ne facciano le giovani sotto i 20 anni di età mentre il divario con le 20-24enni è stato quasi del tutto assorbito. Al pari di quella generale, la natalità risulta in calo per tutte le tipologie di coppia. Le donne straniere, che usualmente evidenziano un comportamento riproduttivo più marcato e che sono favorite da una struttura per età più giovane, hanno avuto in media 1,89 figli(contro 1,94 del 2018).

¹ Nascite-decessi
² Convenzionalmente di 15-49 anni

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