Lavoro da 3,8 euro all’ora

Un'offerta di lavoro indecente da 3,8 euro all'ora. 72 ore settimanali senza straordinari né festivi. Il lavoro non sconfigge la povertà.

La povertà si sconfigge con il lavoro. Giorgia Meloni sta facendo la guerra al Reddito di cittadinanza da quando è stato introdotto nel 2019. Il nuovo governo di centrodestra modificherà la misura anti-povertà costringendo tanti poveracci ad accettare un lavoro da 3,8 euro all’ora. Il sussidio rimarrà solo per gli inabili al lavoro, mentre gli altri poveri dovranno farsi sfruttare per pochi euro all’ora.

Continuano ad apparire sul web offerte di lavoro indecenti ad opera di agenzia di lavoro e job service che non esitano a pubblicare annunci a dir poco inaccettabili. Una settimana dura 168 ore, un datore di lavoro pretende che l’aspirante dipendente dedichi 72 ore al lavoro e pagate senza straordinari né festivi. Non cerca un lavoratore, ma uno schiavo. Nell’annuncio c’è scritto mezza giornata di riposo il lunedì e due domeniche lavorative ogni mese. La paga offerta è di 3,8 euro all’ora, con contratto farlocco fino al 31 dicembre 2022. L’assicurazione è che dopo una fase di contratto precario arriverà quello, agognato, a tempo indeterminato. Ma accadrà? Gli imprenditori offrono stipendi miseri e poi si lamentano di non trovare personale a causa del Reddito di cittadinanza. Il problema non è la misura anti-povertà introdotta dal governo Conte I, ma l’illegalità diffusa nel settore lavorativo privato. Ormai si fa prima a contare le attività in regola che quelle che evadono fisco, contributi e sfruttano i dipendenti. Il governo Meloni vuole far credere che i giovani non vogliono lavorare, ma la verità è un’altra. In Italia ci sono condizioni di lavoro al limite dello schiavismo. Non so in quale Paese che possa definirsi “civile” sia normale tutto questo. Faccio una domanda ai politici del governo Meloni: per lavoro intendete anche quello pagato 3,8 euro all’ora? In alcuni casi il lavoro non sconfigge la povertà.

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