Procedura infrazione UE contro Italia per Reddito cittadinanza e assegno unico

L’Ue apre procedura di infrazione contro l’Italia per il Reddito di cittadinanza e l’assegno unico per i figli. Discrimina i non italiani.

Giorgia Meloni e Ursula von der LeyenProcedura d’infrazione UE contro l’Italia per il Reddito di cittadinanza e l’assegno unico. Il motivo? Discrimina i non italiani. Secondo la Commissione Europea il Reddito di cittadinanza e l’Assegno unico non sono in linea con il diritto UE in materia di libera circolazione dei lavoratori, diritti dei cittadini, residenti e protezione internazionale.

Il Reddito di cittadinanza discrimina gli altri lavoratori UE, perché dovrebbe “essere accessibile ai cittadini UE” lavoratori, autonomi o che abbiano perso il lavoro, senza il requisito dei 10 anni di residenza. Analoga infrazione per Assegno unico figli. I benefici del reddito dovrebbero essere estesi a cittadini comunitari che non lavorano per altri motivi, con la sola condizione che risiedano legalmente in Italia da più di tre mesi, e soggiornanti di lungo periodo al di fuori dell’UE. Il regime italiano di reddito minimo, infine, discrimina direttamente i beneficiari di protezione internazionale, che non possono beneficiarne. Infrazione anche per il nuovo assegno unico e universale per i figli a carico (in vigore da marzo 2022), di cui possono beneficiare solo le persone che risiedono in Italia da almeno due anni e solo se risiedono nella stessa abitazione dei loro figli. Secondo la Commissione UE, queste norme violano il diritto dell’UE in quanto non trattano i cittadini dell’UE allo stesso modo, il che si qualifica come discriminazione. L’Italia dispone ora di due mesi per rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Commissione UE. In caso contrario, la Commissione UE può decidere di inviare un parere motivato.

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