Il giudice del lavoro reintegra i 3 operai Fiat di Melfi
Il 13 e 14 luglio 2010 la Fiat aveva deciso di licenziare tre operai dello stabilimento di Melfi(Potenza). Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino e Marco Pignatelli furono licenziati perché, durante un corteo interno, secondo l'azienda bloccarono un carrello robotizzato che portava materiale ad operai che invece lavoravano regolarmente.
Oggi(10 agosto), il giudice del lavoro ha giudicato “antisindacale” quel provvedimento annullando il licenziamento dei tre lavoratori. Il giudice ha disposto l’immediato reintegro dei tre nel loro posto. Emanuele De Nicola, segretario regionale della Basilicata della Fiom, ha dichiarato “La sentenza indica che ci fu da parte della Fiat la volontà di reprimere le lotte a Pomigliano d'Arco e a Melfi e di dare una lezione alla Fiom”. Questa sentenza dovrebbe far riflettere. Se nello stabilimento di Melfi fosse stato in vigore il “nuovo” accordo di Pomigliano, i tre lavoratori sarebbero stati licenziati senza possibilità di reintegro. La Fiat ha creato “Fabbrica Italia Pomigliano” proprio per non avere più queste faccende burocratiche.
“Fabbrica Italia Pomigliano” è una società iscritta al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Torino il 19 luglio. È controllata al 100% da Fiat Partecipazioni, ha un capitale di 50.000 euro e il presidente è Sergio Marchionne. La newco non sarà iscritta all'Unione Industriale di Napoli. Da fine settembre tutti i lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano saranno riassunti dalla nuova società. Sapete questo cosa significa?
Chiariamo subito che la parola “newco” serve per “mascherare” un esternalizzazione fatta da parte della Fiat. Quando un’azienda esternalizza di solito non si prospetta un bel futuro(chiedete ai lavoratori “Agile” ex “Eutelia”). Che dire, non vorrei essere nei panni degli operai che firmeranno quel nuovo contratto…
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