Niente tasse per le piccole web tv e web radio

La web radio di ScampiaUn paio di settimane fa, vi ho parlato del pacchetto antipirateria dell’Agcom. Ieri(25 novembre), l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato le prime regole su web tv e web radio e rinviata la discussione sulla pirateria al 17 dicembre.

Molti avevano il timore che con la scusa del recepimento alla direttiva europea sugli audiovisivi, l’Agcom volesse “chiudere” internet. Per il momento non sarà così. Le web tv e le web radio non dovranno richiedere l’autorizzazione per iniziare le trasmissioni in streaming. La tassa d’ingresso verrà chiesta solo per le realtà con un fatturato superiore ai 100 mila euro.

Per la cronaca, la bozza iniziale dell’Agcom prevedeva che tutte le web radio e le web tv dovevano pagare 3 mila euro all’anno per trasmettere. Ora, con il nuovo regolamento, solo i soggetti professionisti con ricavi radiofonici e televisivi superiori a 100 mila euro annui dovranno comunicare l’inizio delle attività e pagare un contributo iniziale. Le “grandi” web tv dovranno versare 500 euro, mentre le “grandi” web radio 250 euro.

Questa battaglia è stata vinta. C’è però da fare una riflessione. Chi fattura più di 100 mila euro rappresenta una realtà molto più ricca di chi ha una piccola web radio o web tv. Per questo motivo penso che il canone annuale doveva restare per le “ricche” web radio e web tv.

Tutti aspettano con ansia il 17 dicembre per vedere quale regolamentazione imporrà l’Agcom per i diritti d’autore sul web. Per la cronaca, la bozza iniziale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni prevede l’oscuramento dei siti internet con materiale illegale direttamente ai provider senza passare per l’autorità giudiziaria. Vedremo come andrà a finire.

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