E’ giusto il diritto all’oblio?

Criminali violenti che chiedono di cancellare articoli sui loro crimini. Questo è una delle conseguenze del diritto all'oblio. In autunno partirà una consultazione europea sul tema.

Google Comitato consultivoEx politici che vogliono far rimuovere messaggi che criticano le loro politiche quando erano in carica; criminali violenti che chiedono di cancellare articoli sui loro crimini; recensioni negative su professionisti come architetti e insegnanti. Sono solo alcuni casi delle 70 mila richieste di rimozione arrivate a Google per il diritto all’oblio.

Il 14 maggio 2014, i giudici della Corte UE hanno stabilito che “il gestore di un motore di ricerca su internet è responsabile del trattamento dei dati personali che appaiono su pagine web pubblicate da terzi”. La sentenza sta facendo molto discutere. Come ho già scritto, in alcuni casi il diritto all’oblio si scontra con il diritto all’informazione. Senza contare che molti potrebbero usare questo strumento per far sparire il losco passato. Siamo sicuri che il diritto all’oblio non si trasformi nel diritto all’insabbiamento? Il vice presidente di Google e responsabile dell’ufficio legale, David Drummond, ha annunciato un sito su cui si trovano i nomi e le biografie dei membri del comitato istituito ad hoc sul tema e anche un modulo con cui gli internauti possono esprimere opinioni sul diritto all’oblio. Nella pagina c’è scritto: “Come dovrebbe essere bilanciato il diritto all’oblio di una persona con il diritto del pubblico di sapere?”. A partire dall’autunno il comitato terrà consultazioni in Europa che Google ha intenzione di trasmettere in streaming in diretta.

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