Telegraph all’Italia: Via da euro per non morire

Un articolo di Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph fa un quadro chiaro e spietato della grave situazione italiana.

House prices and sales in ItalyL’Italia è in una situazione tragica. Il debito pubblico è arrivato a quota 2.168,4 miliardi di euro e cresce di 8,6 mld ogni mese. La disoccupazione è al 12,3% e non calerà nemmeno nel 2015. PIL e consumi sono in calo anche quest’anno, nonostante la baggianata degli 80 euro di Matteo Renzi. Il nostro Paese ha il destino segnato. Un articolo di Ambrose Evans-Pritchard sul “Telegraph” analizza la situazione economica italiana.

Il giornalista scrive: “L’Italia è in depressione da quasi 6 anni. Il crollo è stato costellato da false riprese, sopraffatte ogni volta dai dilettanti monetari responsabili della politica UE. La produzione italiana è crollata del 9.1% dal suo picco, indietro a livelli di 14 anni fa. La produzione industriale è scesa a livelli del 1980”. Il calo delle entrate fiscale costringerà Renzi a tagliare 20-25 miliardi di euro per soddisfare gli obiettivi di disavanzo dell’UE. Il giornalista commenta: “Il compito è senza speranza. Uno studio del think-tank Bruegel ha rilevato che l’Italia deve realizzare un avanzo primario del 5% del PIL per stabilizzare il debito con un’inflazione al 2%. L’avanzo sale al 7,8% a inflazione zero. Qualsiasi tentativo di raggiungere questo obiettivo porterebbe ad una implosione autodistruttiva dell’economia italiana”. A luglio 2014, l’inflazione italiana era allo 0,1%.

Evans-Pritchard scrive: “E’ un fatto incontrovertibile che il disastro italiano che dura da 14 anni coincide con l’adesione all’UE”. Secondo il giornalista, il nostro Paese ha bisogno di un massiccio investimento in infrastrutture e competenze, sostenuto da uno stimolo monetario per sollevare il paese dalla sua soffocante tristezza cosmica. Cosa impossibile da mettere in pratica per via dell’austerity e vincoli europei(pareggio di bilancio, deficit al 3% e fiscal compact). “L’Italia deve badare a se stessa. Si può riprendere solo se si libera dalla trappola UE, riprende il controllo dei suoi strumenti di politica economica e ridenomina i suoi debiti in lire, con controlli dei capitali fino a quando le acque si calmano. L’Italia non si troverebbe ad affrontare una crisi immediata di finanziamento, dal momento che ha un avanzo primario di bilancio”. Così chiude il suo articolo Evans-Pritchard.

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