Un albergatore: Rivoglio i miei profughi, altro che turisti

Un albergatore di Rimini si lamenta della scarsa affluenza di turisti e rimpiange i migranti: "Mi facevano guadagnare 45 mila euro al mese".

Migranti“Non possiamo, senza una insopportabile contraddizione, offrire servizi di lusso ai turisti affluenti e poi trattare in modo, a volte inaccettabile, i migranti che giungono in Italia”. Questo è quello che dichiarò Laura Boldrini nel marzo 2014 durante la presentazione del “Rapporto 2014” di Italiadecide. Qualcuno sembra aver preso alla lettera la baggianata della presidente della Camera.

E’ il caso di Giancarlo “Caco” Pari, gestore dell’hotel “Gelso” a Igea Marina, in provincia di Rimini. L’albergatore ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Resto del Carlino” in cui afferma di rimpiangere i profughi. Il motivo? Gli facevano guadagnare 45 mila euro al mese senza fare un tubo. Pari ha dichiarato: “Cifre che con i turisti non vedo nemmeno col binocolo. Era una bella somma, lo ammetto. Ci si pagavano tutta la marea di bollette di acqua, luce e gas, nonché fornitori e dipendenti. Avevo margini di utile e svolgevo anche una sorta di servizio sociale”. Troppo facile fare servizio sociale coi soldi pubblici. Credo che chiunque ospiterebbe a casa un migrante se lo Stato garantisse 30 euro al giorno. La vera accoglienza si fa gratis. Alla fine l’albergatore riprenderà i migranti a partire del mese di ottobre. Paro ha detto: “Se le autorità saranno d’accordo l’hotel Gelso tornerà a disposizione per accogliere i ragazzi africani. Rivoglio i miei profughi, altro che turisti!”. I migranti non sono più delle persone, ma un prodotto per tenere a galla attività morte come quella dell’albergatore di Rimini. Togli i soldi pubblici e spariscono i perbenisti ipocriti. Tra l’altro, è probabile che migliorerebbe anche l’accoglienza dei migranti.

Allegato: L’intervista all’albergatore

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