Le sim fantasma della Telecom Italia

Schede Tim I rivenditori di schede telefoniche della Telecom Italia hanno un sistema di premi sulla base delle sim attivate. Questo significa che il rivenditore più schede vende e più riesce a guadagnare.

All’inizio del 2008 viene fatta un’indagine interna in cui emerge un fenomeno molto strano. Alcuni utenti hanno centinaia di sim attivate. Il 9 maggio del 2008, l’amministratore delegato, Franco Bernabè, emana una circolare interna contenente “precise disposizioni finalizzate a sradicare il fenomeno della fraudolenta attivazione di sim card”.

La Ti Audit, società incarica dell’indagine, scopre che nel 2007 il 55,1%(4 milioni) delle sim vendute non avevano un documento d’identificazione dei clienti nell’archivio aziendale. Prima della diffusione del secondo rapporto, il pm di Belluno Luigi Leghista scopre che alcuni venditori Telecom intestavano le schede un pò come capitava. L’indagine si allarga. Nel luglio 2008 i finanzieri si presentano agli uffici Telecom di Roma per acquisire i documenti.

Nel 2009 l’indagine si conclude. Tra il 2005 e il 2008 le schede irregolari vendute sono 5,5 milioni. Di queste 5,2 milioni non hanno un documento in regola, mentre 285 mila hanno un codice fiscale inesistente. Un venditore del Nord-Est, la Connecta srl, ha assegnato 3.577 numeri a soli 3 codici fiscali. Un altro dell’aera Centro-Nord, la Sm srl, ha venduto 1.167 schede allo stesso codice fiscale.

Il 31 marzo del 2009 la Telecom decide di avviare il controllo sistematico di tutte le schede irregolari. Dopo circa 10 mesi il controllo ha dato i suoi frutti. La Telecom ha disattivato 4,5 milioni di schede. Quelle regolarizzate sono circa un milione.

Il problema delle schede telefoniche fantasma è molto grave. La maggior parte delle persone che usufruiscono delle schede telefoniche intestate ad altre persone fa quasi sempre qualcosa di losco. Per questo motivo l’intestatario non in possesso di quella scheda(perché non l’ha attivata lui) potrebbe essere coinvolto in qualche indagine.

Ecco spiegato perché spero che al più presto il governo mette a disposizione dei cittadini un sito web(o un numero telefonico) in cui l’utente inserendo il codice fiscale possa verificare tutte le schede telefoniche a lui intestate.

Credits: La Stampa.

Commenti

  1. te ne racconto un altra... in concomitanza di alcune promozioni, ad esempio l acquisto della sim al 50%, i rivenditori acquistavano centinaia di schede a loro nome per poi reintestarle, scaduta la promozione, agli ignari clienti al prezzo pieno.... come dire che il magna magna sicuramente riguarda la grande azienda ma anche il piccolo commerciante non scherza!!!

    RispondiElimina
  2. Una cosa simile capitò a me nel 2003. Ero in attesa di una portabilità di un numero per non ricaricare a vuoto decisi di acquistare una scheda della Tim di 10 euro. Quando cambiai per la prima volta il piano tariffario mi scalarono 7 euro. In pratica avevo acquistato una scheda non intestata ma già usata. Buttai quella scheda una volta esaurito il credito... Purtroppo, hai ragione. I commercianti fanno molti "giochetti".

    RispondiElimina

Posta un commento