Sapremo mai la verità sulla strage di Ustica?

La strage Ustica Il 27 giugno del 1980 un aereo DC-9 della compagnia Itavia sparì dai radar dei controllori di volo. Alle prime luce dell’alba del giorno dopo, alcuni resti dell’aereo vengono trovati a nord dell’isola di Ustica. Sul DC9 viaggiavano 77 passeggeri(tra cui 13 bambini) e 4 membri dell'equipaggio. Alla fine delle ricerche furono ritrovati i corpi di solo 38 persone.

Le prime ricostruzioni parlarono di un cedimento strutturale che fece precipitare l’aereo, in seguito si penso ad una bomba o ad un missile. Il recupero del relitto iniziò nel 1986 e nel giugno del 1997 sul tavolo del giudice istruttore Rosario Priore arrivò il dossier completo delle indagini da cui emerse che il DC-9, la sera dell’incidente, volò per un’ora all'interno di uno scenario di guerra. Cosa accadde quella sera? A trent’anni di distanza non è stata fatta ancora luce su questo mistero. L’ultima ipotesi, in ordine cronologico, parla di un filo che collega Ustica con il traffico nucleare che l’Italia gestiva a cavallo degli anni ‘80 e che riguardava principalmente l’Iraq. Questa “strada” la ripropone il libro “Avvelenati” di Manuela Iati. Il DC9 dell’Itavia sarebbe stato abbattuto dai servizi segreti israeliani perché trasportava barre di uranio rubate a Bologna e destinate alla Libia. Il tempo dirà se questa ipotesi corrisponde alla verità. Intanto rimane il buio totale sulla strage di Ustica.

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