Un 2010 di reality, munnezza e campi di sterminio

Stabilimento FiatTra poche ore il 2010 ci saluterà per far posto al tanto atteso 2011. Quelli che credono ancora alle favole pensano che l’anno nuovo porti qualcosa di buono. Sarà così?

Chi lo può sapere. L’unica cosa certa è che il 2010 ci ha lasciato tante tragedie diventate reality. Prendendo spunto dalle televisioni, anche la politica è diventata una sorte di reality. Gli esponenti della COL fanno finta di litigare in pubblico, mentre in privato vanno a braccetto per rimpinguare il loro conto in banca.

Il governo Berlusconi ormai non governa. L’emergenza rifiuti napoletana rappresenta in pieno il fallimento del nano di Arcore. Oramai le sue frottole possono fregare solo i più stupidi. Per fortuna non tutti si fanno abbindolare. Questa mattina(31 dicembre), i comitati antidiscarica di Chiaiano e Giugliano hanno portato un albero addobbato con sacchetti di spazzatura davanti all’ingresso della sede della Regione Campania in via Santa Lucia. I manifestanti hanno esibito un manichino che raffigura Berlusconi con la scritta “Cribbio! ci vogliono più di tre giorni”.

Il 2010 però ci ha lasciato anche un’altra “bella cosa”: La nascita dei nuovi campi di concentramento. I nazisti li usavano per imprigionare e sterminare gli ebrei. Nel ventunesimo secolo questi campi si chiamano stabilimenti e servono per “rinchiudere” gli operai davanti ad una catena di montaggio per 8-10 ore senza avere alcun diritto. Tra qualche mese Marchionne creerà anche un dormitorio per rendere più efficienti gli stabilimenti.

Questa sera il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, farà il solito discorso di fine anno. Non dirà niente di utile. Invece, Beppe Grillo ha già fatto il suo discorso(video). Il comico genovese ha detto “Non spaventatevi per il domani, l'italiano non teme nulla. Il debito pubblico da 1.900 miliardi di euro, la disoccupazione al 14 per cento reale, un debito privato di 20.000 euro per famiglia, milioni di precari, mezzo milione di cassintegrati che diventeranno disoccupati nel 2011 con l'esaurimento dei fondi per la cassa integrazione, le banche che falliscono come Il Banco Emiliano Romagnolo non possono preoccuparlo”.

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