Istat: Al Sud si muore prima che al Nord. Situazione drammatica in Campania


Figura 4 – Speranza di vita alla nascita per sesso e regione, Anno 2010 (stima

Oggi(24 gennaio), l’Istat ha reso disponibili le stime anticipate dei principali indicatori demografici relativi all’anno 2010, con dettaglio nazionale, regionale e provinciale.

Nel corso dell’ultimo anno la popolazione ha continuato a crescere superando i 60 milioni 600 mila residenti al 1° gennaio 2011, con un tasso d’incremento del  4,3 per mille. Rispetto all’anno precedente risultano in calo tanto le nascite quanto i decessi, le prime in misura maggiore dei secondi. Ne consegue una dinamica naturale di segno ancor più negativo(-0,5 per mille) rispetto al 2009.

La fecondità è in lieve calo(1,4 figli per donna) e sembra essersi conclusa, soprattutto da parte delle donne italiane, la fase di recupero
cui si era assistito per ampia parte dello scorso decennio. Il primato della maggiore riproduttività spetta alle regioni del Nord, con in testa le due Province autonome di Trento e Bolzano(1,59 e 1,57 figli per donna, rispettivamente), seguite dalla Valle d’Aosta(1,54). In generale, la fecondità nazionale è concretamente sostenuta dal contributo delle donne straniere che, nel 2010, hanno procreato mediamente 2,13 figli.

La vita media compie ulteriori progressi. Gli uomini raggiungono il livello di 79,1 anni(+0,3 rispetto al 2009), mentre le donne quello di 84,3 anni(+0,2). Il quadro della sopravvivenza che emerge a livello territoriale conferma, per l’ennesimo anno, che le regioni del Paese più favorite sono quelle del Nord-est e del Centro. La provincia di Bolzano e le Marche sono al top della classifica regionale sulla speranza di vita alla nascita. Nella provincia di Bolzano la speranza di vita è di 80,2 anni per gli uomini e 85,3 per le donne, mentre nelle Marche è di 80 per gli uomini e 85,5 per le donne.

In fondo a questa “speciale” classifica c’è la Campania. In questa regione un uomo vive in media 78,6, mentre una donna ha una media di 83,5 anni. Questo dato drammatico andrebbe approfondito con studi specifici. Non è un caso se in Campania sono aumentati i casi di neoplasie negli ultimi anni.

Allegato: Indicatori demografici Anno 2010.

Commenti