La rivolta nel Nordafrica

La rivolta in EgittoIl 2011 si è aperto con la rivolta nel Nordafrica. Le prime proteste sono scoppiate in Tunisia. In pochi giorni è stato “abbattuto” il regime ventennale di Ben Ali. Poi è toccato all’Algeria. Infine sono insorti gli egiziani. La gente protesta contro la fame, la disoccupazione e la corruzione.

Per mobilitarsi i giovani africani usano gli stessi strumenti tecnologici adoperati dagli occidentali. Il resto del mondo è informato attraverso i social network e i blog. Non solo, molte rivolte sono partite dal web. Per fermare i rivoltosi, il governo di Moubarak ha spento internet in Egitto con la complicità dei provider(tra cui Vodafone). La notizia ha fatto il giro del mondo.

Un migliaio di manifestanti sta tentando l'assalto al Ministero degli Interni. La polizia ha risposto con il fuoco. La rete televisiva “Al Jazira” informa che sta crescendo di ora in or il bilancio delle vittime dei violenti scontri che si sono verificati in tutto l’Egitto durante le proteste contro il regime di Hosni Mubarak. Ci sarebbero 100 morti e 2 mila feriti.

L’Italia sembra lontana da questi problemi. Invece, la cosa dovrebbe riguardarci da vicino. Ancora pochi anni, poi saremo nella stessa situazione dei nordafricani. Ma non vi preoccupate, gli italiani non faranno mai una rivolta. Il motivo? I nostri connazionali sono troppo impegnati dalle cazzate televisive e da una “pucchiacca” marocchina che fa l’oggetto in una discoteca di Rimini. Nell’ipotesi più remota che ci fosse una rivolta nel nostro paese, i politicanti non dovranno nemmeno spegnere internet. Il motivo? Per fare un azione del genere bisognerebbe prima diffondere la banda larga…

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