Rifiuti: L’UE mette in mora l’Italia. Il termovalorizzatore di Fusina vuole la munnezza di Napoli

Termovalorizzatore di FusinaL’ultima emergenza rifiuti napoletana non è passata inosservata all’Unione Europea. La Commissione Ue ha preparato la lettera di messa mora all’Italia. Il nostro paese avrà due mesi di tempo per reagire. Il passo successivo sarà la Corte di giustizia.

Il 4 marzo 2010 il nostro paese è già stato condannato della Corte di giustizia Ue per “non aver adottato tutte le misure necessarie per smaltire i rifiuti”. In caso di nuova condanna le sanzioni verrebbero applicate sulle carenze di gestione passate e future. Tommaso Sodano se la prende con il piano regionale. Il vicesindaco ha dichiarato “Non mi stupiscono le notizie che giungono oggi da Bruxelles: il piano presentato dalla Regione Campania, come abbiamo sottolineato ad agosto, prevede un eccesso di inceneritori, in contrasto con le direttive Ue”.

A proposito di termovalorizzatori, c’è né uno in Veneto che vuole i rifiuti di Napoli. Adriano Tolomei, amministratore delegato del termovalorizzatore di Fusina, ha dichiarato “Dall’aprile scorso il nostro impianto è stato collaudato per lo smaltimento di 250 mila tonnellate di rifiuto urbano residuo, il secco non riciclabile, all’anno. La prima linea ha una potenzialità di 150 mila tonnellate, la seconda di altre 100 mila. Il punto è che ad eccezione dei mesi di luglio e agosto, in cui l’afflusso dei turisti genera una quantità abnorme di rifiuti provocando la saturazione delle linee, per il resto dell’anno l’impianto è sottoutilizzato, così che al 31 dicembre non si superano le 210-215 mila tonnellate”.

Per questo motivo Tolomei fa un appello affinché i rifiuti napoletani possano finire nell’impianto di Fusino. L’amministratore dice “L’arrivo dell’immondizia napoletana contribuirebbe a portare a regime l’impianto, creando economie di scala ed aiutando a contenere i costi crescenti di funzionamento”. Per la cronaca, un termovalorizzatore consuma la stessa quantità di energia anche se non è a pieno regime. Quindi, conviene farlo funzionare sempre alla massimo delle sue capacità. In questo caso a 250 mila tonnellate all’anno.

La munnezza potrebbe essere trasferita in Veneto via mare o via treno. Il costo sarebbe 140 euro a tonnellata, molto meno rispetto ai 200 euro a tonnellata per il trasferimento all’estero. C’è però un ostacolo. La politica. I “leghisti” sostengono “I rifiuti di Napoli non possono essere smaltiti nei termovalorizzatori veneti, perché si tratta di rifiuti urbani indistinti, mentre qui si smaltiscono quelli speciali, già trattati”.

Commenti

  1. Ancora rimbrotto all'Italia.
    Il Commissario UE all'ambiente torna a richiamare l'Italia sui rifiuti: "Una vergogna che va avanti da anni."http://www.uniroma.tv/?id=19990

    RispondiElimina
  2. Sono stati concessi 20 giorni di proroga, ma la multa è quasi sicura...

    RispondiElimina

Posta un commento