Lo schiavista Marchionne
Ieri(28 giugno), Sergio Marchionne era in Cina meridionale per presentare il nuovo stabilimento Fiat a Changsha. L’amministratore delegato ha dichiarato “A Changsha possiamo produrre auto per tutti e tutto il mondo”. Grazie. Senza regole può sfruttare il cinese a suo piacimento, tutto a vantaggio della produttività e delle entrate per i “padroni”.
La cosa drammatica è che il prezzo finale dell’auto non diminuisce, nonostante lo “schiavista” della Fiat paghi pochi i lavoratori(?) cinesi. Il rapporto con i salari degli operai in Italia è di 1 a 5. Tradotto, se un operaio italiano prende 1.000 euro, uno in Cina percepisce una paga di 200 euro. Seguendo la “politica” di Marchionne, gli italiani dovrebbero diventare schiavi come i cinesi. In pratica si dovrebbe vivere solo per lavorare.
Il “Messia dello schiavismo” ha parlato anche della sentenza con la quale la Fiat è stata condannata per discriminazione nei confronti di 145 lavoratori di Pomigliano iscritti alla Fiom. Marchionne ha detto “Il caso Pomigliano è un evento unico che interessa un particolare Paese che ha regole particolari che sono folkloristicamente locali. Comunque, non importa quello che io penso. La Fiat farà appello e rispetterà la sentenza come ha sempre fatto”. E ci mancherebbe.
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